Questi
Shed The Skin io non li conoscevo proprio, ma già dal nome hanno solleticato il mio animo fieramente brutale e violento in ambito musicale.
Qui abbiamo musicisti che hanno fatto parte di
Acheron, Vital Remains o fanno parte di
Incantation e
Ringworm, ma anche di band come
Beyond Fear e
Shok Paris; ma cosa faranno mai questi suonatori e dispensatori di estremismo metallico?
Sicuramente non metallino per gggiovani, anzi le orecchie beneducate di ragazzini imberbi finto ribelli con più tatuaggi che cultura metal verrebbero travolti da cotanto furore e sporcizia sana, perché lor signori fanno una cosa, ma fatta bene; death metal!
L’opener “
Skeletal firestorm” stura i padiglioni con un up tempo serratissimo, riffing ribassati, marcia diretta e un vocione cavernoso che viene aiutato da uno screaming pieno di odio.
L’headbanging qui è d’obbligo; la band distrugge tutto ciò che si trova ma sa anche rallentare velenosamente con un mid tempo roccioso e melodie malate.
“
Archons of the final creation”, è una mitragliata implacabile; la sezione ritmica è compatta come un muro di cemento e chitarroni in tremolo completano il tutto.
I due toni usati si completano a vicenda e dispensano malignità; le chitarre intessono trame malsane e dal sapore old school, il solo è puramente heavy e ci sta a pennello, bella la conclusione doomy e soffocante.
“
Necromantic wellspring” non è veloce, ma è un distillato di puro doom/ death metal con riffoni pesanti e il vocione cavernoso di
Ash Thomas è pieno di rabbia e frustrazione.
I riffing si fanno serrati nell’intermezzo in mid tempo con un bel lavoro di chitarre per poi accellerare furiosamente.
“
The laundress” prende il via come un secchio di mattoni tirati sul viso; le ritmiche lente e sepolcrali sono di puro impasto doom ma intinto nel death; poi ecco che a metà del brano la svolta heavy metal con chitarre dai riff inconfondibilmente epici ma riletti in chiave estrema e un solo da brividi, un pezzo che mi ha gasato.
La conclusiva “
Speculum in blood” non lesina ferocia e distruzione; up tempo serrato con sfuriate in blast beat e tanto death metal a volontà.
Nell’intermezzo ecco un’apertura ritmica con melodie malsane e un gran lavoro di batteria; sul finale a rotta di collo ci si fa male sul serio ma che goduria però.
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