Copertina 7

Info

Anno di uscita:2020
Durata:51 min.
Etichetta:Frontiers Music

Tracklist

  1. BARREL OF A GUN
  2. ALWAYS THE VILLIAN
  3. KILLING ME SLOWLY
  4. NIGHTMARES
  5. RED LIGHT RUN
  6. ANTHEM OF US
  7. BREAK ME WITH U
  8. DEATH OF ME
  9. RUNAWAY (CAN YOU STAND THE RAIN)
  10. GIMME SALVATION
  11. SECRETS

Line up

  • Michael Grant: all instruments and vocals
  • Shane Fitzgibbon: drums on tracks #1, #4, #7, #8, #10

Voto medio utenti

Dopo un passato nella “promessa” (non del tutto mantenuta …) Endeverafter e la fuoriuscita (non priva di polemiche, come da copione consolidato …) dagli L.A. Guns, Michael Grant si è potuto dedicare anima e corpo ai suoi The Assassins, autori di un debutto, questo “Always the villain”, piuttosto interessante per come cerca di mescolare gli stilemi più classici dello street-metal americano con alcune suggestioni “alternative”, ostentando una sfera d’azione abbastanza ampia e variegata.
Con il solo supporto di Shane Fitzgibbon (pure lui ex L.A. Guns) alla batteria in alcuni pezzi, Grant sforna un dischetto che piacerà a chi apprezza gruppi come Hinder, Buckcherry, Beautiful Creatures, Bullets and Octane, Brides Of Destruction o gli stessi Endeverafter, tutta “gente” che ha (o aveva …) tra gli obiettivi primari della sua “missione artistica” la revisione oculata di certi radicati stereotipi del settore.
Forte di un songwriting discretamente articolato, l’albo esordisce con l’impatto deflagrante di “Barrel of a gun”, incisiva interpolazione tra L.A. Guns, Motley Crue e Crashdïet, ma già dalla sua title-track si capisce che l’intento del “gruppo” non è quello di limitarsi a un’unica soluzione espressiva. Il brano, infatti, scurisce i toni e li asperge di fumi psichedelici (in una specie d’incrocio tra Vain, The Mission e The Throbs), mentre la successiva “Killing me slowly” sfodera un andamento metallico strisciante e sinistro, che esplode in un refrain di sicura presa, all’interno di una traccia che potrebbe attirare pure l’attenzione dei fans dei WASP.
Nightmares” è un buon esempio di sognante radio-rock contemporaneo e se in “Red light run” il clima si tinge di glamour e di vaporosità alla maniera di certi Enuff Z’Nuff, le ariose melodie di "Anthem of us” e "Runaway (Can you stand the rain)” finiscono per aleggiare sui sensi senza soggiogarli in maniera risoluta.
Andiamo meglio con le ipnotiche pulsazioni, tra The Cure e Jane’s Addiction, di "Break me with u” e con le scorie di Faith No More su cui è edificata "Death of me”, per poi affidare all’energia di “Gimme salvation” e alla crepuscolare “Secrets” la chiusura di un programma per molti versi “imperfetto” e tuttavia assai allettante, soprattutto in ottica futura.
L’impressione netta è, per l’appunto, che sotto la sigla Michael Grant & The Assassins si possa sviluppare ulteriormente la personalità e il talento di un abile sostenitore del “crossover” (si dice ancora così?) tra i generi, in grado, pur senza distillare prospettive artistiche particolarmente “avventurose”, di rendere pienamente efficace un “compromesso” sempre difficile da amministrare … un motivo in più per inserirli di diritto fin da ora tra gli “osservati speciali” della scena.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 22 lug 2020 alle 15:59

Marco ti adoro (non fraintendermi eh!), perché nella recensione hai citato due gruppi poco conosciuti ma autori di album stupendi (Vain e Throbs) e perché hai usato il termine crossover. Sul disco sono d'accordo: forse non è ben focalizzato ed in alcuni frangenti è privo di mordente ma può essere un buon inizio. Certo che iniziare il disco con Barrel of a gun ti fa saltare sulla sedia.

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