Atheos - Words of Eroding Worlds

Copertina 6,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2020
Durata:57 min.
Etichetta:Niflhel Records

Tracklist

  1. MORTE SUMUS
  2. BECOME DUST, COLOSSUS
  3. EMBERS OBSCURE THE SUN
  4. THE PARCHMINER
  5. DEUS VULT ILLUD
  6. RUINS MONARCH
  7. SMASHING THE ANTLER THRONE
  8. THE HOLLOW STONE
  9. OCEANS AND FLAME

Line up

  • Hick Hughes: Vocals
  • John Byrne: Guitars
  • John Loftus: Guitars
  • Eddie O'Malley: Bass
  • Wayne Walsh: Drums

Voto medio utenti

Proveniente dall’Irlanda, la band degli Atheos non appartiene alla schiera dei gruppi prolifici, il presente “Words of eroding world” è infatti solo il secondo lavoro del quintetto e segue di ben sette anni l’esordio “The human burden”.

Diciamo subito che “Words of eroding worlds” non è un album easy listening e da mettere in sottofondo mentre la mente si occupa di altro, Il death metal tecnico degli irlandesi è bello grasso e corposo, ricco di cambi di marcia e di soluzioni articolate che richiedono la giusta attenzione pena perdere “il filo del discorso”.

Le prime due canzoni possono trarre in inganno per durata e approccio – “Become dust, colossus” ha echi profondi dei Morbid Angel – ma con “Embers oscure the sun” l’album comincia a dilatarsi verso una dimensione più profonda e, in qualche misura, più progressiva.
Che la band non sia formata da gente alle prime armi è ormai diventata una certezza, il quintetto è in possesso di sicurezze consolidate che, principalmente, si traducono con la creazione di atmosfere sinistre, di passaggi pastosi e oscuri.

E’ però altrettanto evidente la voglia degli Atheos di mettersi in mostra, di far vedere di essere in grado di creare partiture complesse anche a scapito della fruibilità che può costituire un bel deterrente per chi non ha o possiede poca pazienza che potrebbe mollare il colpo e non concludere l’ascolto.

Le cose migliori di “Words of eroding worlds” le ho trovate alla fine: “Smashing the antlers throne” è una canzone ben bilanciata fra riff taglienti e profondi inserti melodici, così come ho apprezzato le sensazioni apocalittiche e sofferte che è riuscita a trasmettere la conclusiva “Oceans and flame”.
Come già detto, non un disco facile, ma se riuscite a superare l’iniziale senso di disorientamento potrete trovare qualcosa per i vostri denti.

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