Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2020
Durata:34 min.
Etichetta:All Will Be Well Records / Aumega Project / Dirty Beach / I Dischi Del Minollo

Tracklist

  1. BRAVE NEW WORLD
  2. PLAYHOUSE
  3. IT IS WHAT IT IS
  4. MAGNETIC GLANCE
  5. PENDEJO
  6. THAT PIG WAS RIGHT
  7. A MILD LIE
  8. LAS VEGAS

Line up

  • Cosimo Boscaino: vocals, guitar, synth
  • Vincenzo Concia: guitar, synth, vocals
  • Alessio Del Donno: bass, guitar, vocals
  • Gianluca Timoteo: drums

Voto medio utenti

I campani 23 and Beyond the Infinite hanno sviluppato nel tempo una propria identità in campo alternative/psychedelic rock. Un sound molto complesso, che coniuga passaggi nervosi e taglienti con momenti più riflessivi e conturbanti, intense ritmiche post-punk ed incursioni nello shoegaze, tematiche aggressive ed elucubrazioni post-rock, garage, psichedeliche. Molta carne al fuoco in questo "Elevation to the misery", quinto lavoro del gruppo di Benevento. Disco talmente ricco di stimolazioni sonore da sembrare a tratti perfino dispersivo.
Si parte subito forte con il noise-rock quasi sintetico "Brave new world", dove chitarre affilate e pungenti si coniugano con i sintetizzatori e vocals dark-ossessive per formare un'atmosfera molto acida e trasversale ai generi. Più narcotica e psych la seguente "Playhouse" che vanta una bella vibrazione surf-punk in versione suburbana, mentre "It is what it is" ha un qualcosa di desert americano filtrato da dosi massicce di peyote. Rallentamenti torpidi ed intrecci vocali narcotici, il tutto arricchito da chitarre granulose sul genere dei Beaver (per chi se li ricorda...). Brano dissonante, di un certo livello di ambizione, non facile ne immediato ma assolutamente valido.
"Magnetic glance" è uno psycho-slow di grande fascino, uno dei pezzi più maturi e vincenti della scaletta. Ammaliante nel suo incedere notturno ed avvolgente, con il giusto mix di gentilezza, elementi space e tensione magnetica. Come riferimento, nella scia di certe cose dei The Black Angels o dei The Bevis Frond. Un pizzico di malinconia ed abbandono quasi floydiano ma con la giusta tensione di sottofondo.
"Pendejo" è un surf-psych-noise perfino ridondante nei suoi cambi di tempo e situazione climatica, invece "That pig was right" colpisce il segno grazie al suo noise sferzante con un tocco di atmosfera messicana ed ottimi intrecci vocali pop-alternativi. Altro episodio che certifica l'indubbia capacità della band di elaborare con personalità una pletora di influenze di nicchia ma assai gratificanti.
"A mild lie" potrebbe essere un pezzo dei Vibravoid, pura derivazione acid-psichedelic pop fine anni '60, mentre la conclusiva "Las Vegas" è un torbido gorgo di chitarre effettate e vocals mantriche. Passo lento e colloso, distorsioni oscure ed allucinazioni drogate. Gran bel finale.
Nessun dubbio che la prova dei 23 and Beyond the Infinite sia ampiamente positiva. Un disco denso, intenso, gravido di spunti interessanti se vi piace il rock alternativo ad alto gradiente psichedelico. Non per tutti, ma chi si avvicina a questa nostra formazione non resterà certo deluso
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