Ah che bello il buon vecchio death metal che non ti delude mai, se fatto come si comanda.
Perché io non voglio rivoluzioni da maionese impazzita per far felici i soliti noti che stanno più in rete che a fare degli album decenti; io voglio quei gruppi che in fin dei conti se ne fregano delle mode, dei lustrini ma sanno colpire quando e come si deve.
I polacchi sono sempre una sicurezza, dopo avermi sfracellato con il bellissimo "
In Extremis" del 2017, nonostante abbiano cambiato in corsa un membro con il nuovo frontman e chitarrista
Skullripper, la sostanza non cambia.
Il nuovo lavoro si apre con “
Death at will” dall’arpeggio maligno, subito doppiato da colpi di cassa come macigni e un blast beats distruttivo.
Le vocals del nuovo entrato sono rauche e piene di odio, i riffing sono una ragnatela malsana, la sezione ritmica alterna sfuriate a tempi cadenzati e soffocanti.
“
Sancta dei meretrix” è tellurica e devastante; come resistere ad un attacco ad alzo zero di tale brutalità?
I riffing serrati sono un incrocio della scuola americana ed europea; la parte centrale cadenzata con il chorus è epica ma virata al nero pece.
Con “
No salvation” si va verso un arpeggio inquietante ed oscuro; brano che come dice il titolo non da salvezza, ma solo distruzione in una salva di riff, ritmi tempestosi e violenza.
I nostri non vanno per il sottile; il dualismo tra parti più tirate e cadenze ritmiche variate da continui cambi di ritmo fanno ancora di più capire il grado di preparazione del batterista
Inferno.
“
Reigning over the death”, è lenta, maligna e velenosa; brano che ti avvolge con riff arpeggiati e un basso ben udibile con parti in blast beats.
Le chitarre in tremolo sono precise e il motore ritmico non ha un attimo di pausa con rullate continue.
La conclusiva “
Beyond the gates of burning ghats” è senza tregua; martello ritmico e con i riff in tremolo continui e maligni.
Qui il concetto stesso di death metal è totale; il brano ha anche momenti lenti con arpeggi densi di umori malsani per poi tornare a colpire senza pietà alcuna, il solo finale contiene una briciola di melodia che stempera il colpo inferto.
Un disco che è pari se non superiore al precedente, un album che non ha punti deboli; questi ragazzi mi danno conforto in queste giornate e mano al portafogli.
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