Copertina 8

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2020
Durata:39 min.
Etichetta:Agonia Records

Tracklist

  1. DEATH-AT-WILL
  2. SANCTA DEI MERETRIX
  3. LET THEM BURN…
  4. FALL OF THE BLESSED
  5. NO SALVATION
  6. PROFANATION
  7. REIGNING OVER THE DEATH
  8. LIFE IS DEATH, DEATH IS LIFE
  9. INFLICTING BLASPHEMY UPON THE HEAVENS
  10. BEYOND THE GATES OF BURNING GHATS

Line up

  • Inferno: drums
  • Bart: guitars
  • Peter: bass
  • Skullripper: guitars, vocals

Voto medio utenti

Ah che bello il buon vecchio death metal che non ti delude mai, se fatto come si comanda.
Perché io non voglio rivoluzioni da maionese impazzita per far felici i soliti noti che stanno più in rete che a fare degli album decenti; io voglio quei gruppi che in fin dei conti se ne fregano delle mode, dei lustrini ma sanno colpire quando e come si deve.
I polacchi sono sempre una sicurezza, dopo avermi sfracellato con il bellissimo " In Extremis" del 2017, nonostante abbiano cambiato in corsa un membro con il nuovo frontman e chitarrista Skullripper, la sostanza non cambia.
Il nuovo lavoro si apre con “Death at will” dall’arpeggio maligno, subito doppiato da colpi di cassa come macigni e un blast beats distruttivo.
Le vocals del nuovo entrato sono rauche e piene di odio, i riffing sono una ragnatela malsana, la sezione ritmica alterna sfuriate a tempi cadenzati e soffocanti.
Sancta dei meretrix” è tellurica e devastante; come resistere ad un attacco ad alzo zero di tale brutalità?
I riffing serrati sono un incrocio della scuola americana ed europea; la parte centrale cadenzata con il chorus è epica ma virata al nero pece.
Con “No salvation” si va verso un arpeggio inquietante ed oscuro; brano che come dice il titolo non da salvezza, ma solo distruzione in una salva di riff, ritmi tempestosi e violenza.
I nostri non vanno per il sottile; il dualismo tra parti più tirate e cadenze ritmiche variate da continui cambi di ritmo fanno ancora di più capire il grado di preparazione del batterista Inferno.
Reigning over the death”, è lenta, maligna e velenosa; brano che ti avvolge con riff arpeggiati e un basso ben udibile con parti in blast beats.
Le chitarre in tremolo sono precise e il motore ritmico non ha un attimo di pausa con rullate continue.
La conclusiva “Beyond the gates of burning ghats” è senza tregua; martello ritmico e con i riff in tremolo continui e maligni.
Qui il concetto stesso di death metal è totale; il brano ha anche momenti lenti con arpeggi densi di umori malsani per poi tornare a colpire senza pietà alcuna, il solo finale contiene una briciola di melodia che stempera il colpo inferto.
Un disco che è pari se non superiore al precedente, un album che non ha punti deboli; questi ragazzi mi danno conforto in queste giornate e mano al portafogli.
Recensione a cura di Matteo Mapelli

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 26 nov 2020 alle 14:45

non l'ho ancora sentito ma corro a recuperare... nel corso degli anni si sono dimostrati una certezza.

Inserito il 26 nov 2020 alle 00:26

Sbam! Che goduria \m/

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