“Jesus Christ Superstar” ha sempre esercitato un certo fascino sul pubblico
hard & heavy. Tralasciando il fatto che è stato letteralmente una fonte di ispirazione per molti artisti (penso in particolare ad
Arjen Lucassen o a
Neal Morse), o che nell’album originale il personaggio principale era interpretato da un certo Ian Gillan, non sono mancati negli ultimi anni tributi “diretti” come, ad esempio, una reinterpretazione di
“Gethsemane” da parte dei
Vanden Plas o un vero e proprio tour guidato da un altro cantante che non ha certo bisogno di presentazioni di nome Daniel Gildenlöw
(segnalo per i più “aperti” anche il recente album pianistico pubblicato da Stefano Bollani e approvato da Sir Lloyd Webber in persona, ndr).
Effettivamente l’idea degli
Astrakhan era nata proprio per essere realizzata dal vivo, e prevedeva una reinterpretazione “ridotta” - in tutti i sensi - in chiave hard/prog della celebre rock opera firmata da Andrew Lloyd Webber e da Tim Rice, e che quest’anno compie 50 anni. Il risultato è questo riuscito ma non imprescindibile live album che funziona, oltre che per l’indiscutibile amalgama strumentale, per le performance vocali del frontman
Alex Lycke e dell’ospite
Mats Levén, perfetto nella sua interpretazione di Giuda.
Dominano le sonorità pesanti ma melodiche (
“Heaven On Their Minds”, “The Temple”, “The Trial”), a volte si azzarda un po’ troppo (è il caso di
“Pilate’s Dream” o di
“Damned For All Time/Blood Money”,
mashupata con
“Highway Star” dei
Deep Purple), ma nel complesso
“Superstar Experience” è un lavoro piacevole che, secondo me, non farà storcere più di tanto il naso agli appassionati dell’opera originale.
Poi, per carità, è difficile fare un pasticcio quando il materiale di partenza te lo scrive Andrew Lloyd Webber…
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