Polymoon - Caterpillars of Creation

Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2020
Durata:42 min.
Etichetta:Svart Records

Tracklist

  1. SILVER MT.
  2. LAZAWARD
  3. MALAMALAMA
  4. HELICALING
  5. NEITHERWORLD
  6. METEMPSYCHOSIS

Line up

  • Kalle-Erik Kosonen: vocals, synth
  • Jesse Jaksola: guitar
  • Otto Kontio: guitar
  • Juuso Valli: bass
  • Tuomas Heikura: drums

Voto medio utenti

Pochissimo tempo dopo essermi occupato degli ottimi psycho-progressivi finlandesi Kairon; IRSE!, mi trovo a recensire un'altra band finnica dalle caratteristiche pressochè analoghe, anch'essa nel roster della Svart Records. I Polymoon di Tampere sono al debutto, ma va subito detto che non sfigurano assolutamente al confronto dei più esperti connazionali. Siamo nuovamente in un territorio psichedelico di ampio respiro, molto atmosferico e suadente, dove lo space-rock più etereo incontra lo shoegaze ed il prog-rock dai sottili riverberi Floydiani. Stati euforici e stati malinconici si accavallano nei sei estesi brani del disco, lunghe digressioni oniriche ed emozionali dai contorni avvolgenti ed immersivi come prevede questa nicchia della corrente neo-psych.
I Polymoon aggiungono elementi di ruggente ed intrigante post-rock, come nella bellissima e sferzante "Helicaling" o nella imperiosa "Lazaward", in modo da creare un certo contrasto sonoro ed attitudinale rispetto alle tracce più sognanti e psicoattive, vedi la delicata ed ariosa "Neitherworld" che pare davvero una colonna sonora per qualche viaggio mentale ad occhi chiusi. Un costante e variegato tappeto di tastiere e sintetizzatori crea il tessuto per gli escapismi effettati delle chitarre, per le robuste linee di basso, per il drumming elastico e dinamico, per le rare vocals soffuse e narcotiche, inducendo una sensazione di rilassamento vigile ed introspettivo che può essere apprezzato soltanto entrando in una sorta di visione "contemplativa" della musica.
Come già affermato riguardo i colleghi scandinavi, questa non è psichedelia "hard" nel senso stretto del termine (pur non mancando di una certa fuzz-energia) ma neppure acid-pop o proto-heavy. Potrei definirla "hypno-space-prog" ma in versione molto diluita e trasversale. Trame complesse, mutevoli, densità incalzante e passaggi leggiadri ed impalpabili, un lavoro che va assaporato in tranquilla solitudine e con predisposizione ad immaginare scenari che coinvolgono la relazione tra natura, spazio e tempo.
Se volete avventurarvi in un sound particolare ed alternativo, che punta a stimolare la fantasia ed il pensiero riflessivo, i Polymoon sono una scelta di ottima qualità.

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