Opium Warlords è uno dei progetti musicali di
Sami Albert Hynninen (aka
Albert Witchfinder), musicista finlandese che vanta un impressionante palmares di collaborazioni, vedi in campo doom con Reverend Bizarre, Spiritus Mortis, Lord Vicar (live) ma anche in ambiti assai più sperimentali con Tahtiportti, KLV oppure con incursioni nel black metal (Azrael Rising).
La presente incarnazione è una one-man-band, dove
Sami si occupa di tutto, giunta al suo quinto lavoro esteso.
Otto tracce lunghissime, sfiancanti, sconfortanti, a tratti irritanti nella loro strutturazione minimalista ed estremista. I venti minuti dell'iniziale "
Heavy heart" sono costruiti intorno ad un buon riff sludge-doom ribassato, che sarebbe anche gradevole se non fosse ripetuto quindicimila volte sempre uguale. Aggiungiamoci che la parte vocale non si schioda dal binomio salmodiante/recitato (per l'intero disco), le ritmiche sono scarne e bradipesche all'inverosimile, l'incedere ha il dinamismo di una lapide di marmo, ed otteniamo un disco che è una mattonata sui testicoli per chiunque non sia sotto pesante effetto di sostanze stupefacenti o appassionato di alternative-drone allo stadio terminale.
Minutaggio eccessivo, soluzioni eccessive ("
Solar anus" giocata su due accordi e qualche vocalizzo effettato è una delle cose più assurde che ho ascoltato di recente), divagazioni acustiche da depressione maggiore ("
Perspiring princess"), tutto portato alle estreme conseguenze: la noia.
Soltanto per brevi attimi il nostro buon
Albert Witchfinder si ricorda di inserire qualcosa che sia almeno catalogabile come drone-doom accettabile (probabilmente nei periodi di ripresa dallo stordimento di oppiacei), vedi la plumbea e cadaverica "
Destroyer of filth" che pare il rigurgito cimiteriale degli Sleep più tossici oppure perlomeno per qualche minuto l'ossianica "
Xanadu", ma tutto viene talmente dilatato, trascinato e tracimato da stimolare il desiderio di praticare l'eutanasia discografica.
In questi casi solitamente si dice che è un opera "prendere-o-lasciare". Io lascio. Senza rimpianti.
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