Death metal solido quello dei finlandesi
Revulsion, giunti al debutto omonimo dopo una lunga gavetta, visto che sono in giro dal 2005 e che solo nel 2011 hanno visto la pubblicazione di un Ep, “
Defiled”.
Sebbene variegato, spaziando il sound da momenti più aggressivi e violenti, come l’iniziale “
Last Echoes Of Life” oppure “
Pawns”, e altri momenti più riflessivi come “
Mustaa Hiiltä” cantata in finlandese oppure “
Unravel”, la cifra stilistica della band è un mood oscuro, sulfureo, quasi doomish, ma sempre compatto e impenetrabile, denso.
In particolare, la già citata “
Mustaa Hiiltä”, è il pezzo più lungo del disco ed è la canzone più originale, avvicinandosi ad un death/doom con accenni black metal nel riffing. Veramente ottima.
Il vocalist è brutale, non lascia spazio a nessuna clean vocals, e quando canta in finlandese, come sulla conclusiva “
Viimeinen Rituaali” è veramente minaccioso e sinistro.
Dal punto di vista strettamente compositivo la band sembra sapere il fatto suo, affondando le proprie radici nella old school, senza mai eccedere in protagonismi, con canzoni ben composte, ben strutturate, della durata giusta e frutto di un bel mix tra velocità e brutalità.
Si vede che non siamo di fronte ad un band di novellini con la fregola di spaccare tutto, e il lungo tempo trascorso ha fatto sì che questo “
Revulsion”, sebbene disco di debutto, sia molto maturo.
Il risultato è quindi in definitiva un album piacevole, senza pecche evidenti e che in futuro, se la band saprà mettere a frutto la parte più lenta e atmosferica del proprio sound, potrà sicuramente evolvere in qualcosa di più personale e appetitoso.
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