Terzo EP del 2020 per i
Lament Cityscape, band che già ci aveva colpito
col precedente disco sulla corta distanza e che torna con questo “
The Old Wet” che punta a confermare l’ottima impressione ricevuta.
L’iniziale “
A Rusting Moth” è ammantata di un’oscurità fredda, scandita da beat industriali e intrisa di atmosfere glaciali ed apocalittiche, per certi versi vengono alla mente i
The Nihilistic Front, band maestra nell’unire industrial e doom.
La successive “
Among The Dead” prosegue nel solco oscuro, mettendo in mostra una struttura di solido acciaio industriale, per nulla corroso da una ruggine superficiale e assolutamente insensibile alle bordate acide costituite dalle abrasive vocals del singer. Qui c’è più ritmo che atmosfera, ma non difetta l’incipiente senso di minaccia e di tensione che sovviene nell’addentrarsi in questo vero e proprio incubo industriale. Stavolta a venirmi in mente sono i
Substance D, meteora di metà anni ’90 autori di una piccola gemma di industrial metal. Non mi convince il finale in fading, ma tant’è.
La conclusiva “
Coagulant” è silicea, cybertronica, e ritorna su atmosfere da giorno del giudizio, di catastrofe già in atto piuttosto che imminente. È il tramonto della civiltà, l’ultimo sfavillio prima dell’oscurità perenne.
Che dire? Questi
Lament Cityscape se avessero unito i tre EP per fare un solo disco sarebbe venuto fuori un discone assurdo. Una band da tenere assolutamente d’occhio.
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