Copertina 9

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2021
Durata:50 min.
Etichetta:Century Media Records

Tracklist

  1. THE SOLE CURE IS DEATH
  2. MOLTEN BLACK EARTH
  3. MOUNT SKULL
  4. KNIGHTS TEMPLAR STAND
  5. THREE YEARS OF FAMINE
  6. BOTOX IMPLOSION
  7. IN BLAZING OCEANS
  8. THE NAMELESS ELITE
  9. YIELD OR DIE
  10. NECROCEROS

Line up

  • Martin Van Drunen: vocals
  • Paul Baayens: guitars
  • Alwin Zuur: bass
  • Stefan Hüskens: drums

Voto medio utenti

Cosa dire degli Asphyx? Sarebbe come criticare i classici, o mettere in discussione capisaldi come la “ Divina Commedia” dantesca o l' “Odissea” di Omero.
Non si può criticare una formazione che ha scelto la strada impervia dell’intransigenza sonora non correndo dietro alle mode; si potrebbe riassumere tutto in un'unica definizione, ovvero coerenza.
Il titolo di questo nuovo album sembra il nome di un sauro preistorico affamato di carne e portatore di morte, pronto ad azzannare chiunque osi attraversargli il cammino.
L’opener “The sole cure is death”, è un bel pugno in up tempo death metal con chitarroni con riff che tagliano come lame di un coltello e il latrato di Martin Van Drunen che è una sicurezza.
Ma ecco che poi arriva l’accelerazione distruttiva con riff serrati a malsani; la produzione potente e pulita sa anche conservare il sano marciume generato dagli olandesi.
Mount skull”, è un monolite pesante con un riffing possente, doom nella sua essenza ma con una certa melodia di fondo.
Questo non vuol dire che i quattro abbiano concesso qualcosa perché il tiro aumenta man mano diventando un martello pneumatico death metal.
Io sinceramente penso che “Three years of famine” sia uno degli highlights di questo album.
Massiccia costruzione death/doom come loro sano solo fare; i riff generati da Paul Baayens sono una colata di acciaio che si apre verso una partitura solenne, epica e drammatica con un bell’intermezzo di chitarre acustiche per poi tornare elettricamente sul sentiero, un brano stupendo.
Ma non c’è tempo di recuperare fiato perché “Botox implosion” ti stende contro un muro.
Pezzo velocissimo quasi death/thrash nel suo incedere veemente e serrato; il brano poi diventa una tellurica cavalcata sorretta da un’impalcatura nerissima di riff mortiferi e maligni con l’ugola acida di Van Drunen che non lascia scampo.
Chiude il tutto la titletrack che in parole povere è la summa stilistica della band doom/death metal.
Inizio possente con batteria e basso che vanno di pari passo con l’urlo iroso del singer che porta all’entrata delle chitarre; magnifico pezzo doom metal che si abbevera nelle acque velenose del death più marcio in una cavalcata che porta un marchio purulento con cambi di tempo serrati e neri.
Un album che è un capolavoro ed è per me uno dei dischi top di questo anno in corso, lo so che è presto ma questi arancioni non hanno deluso le aspettative rendendo ancora più significativa la loro storia, Hailz Asphyx!

Recensione a cura di Matteo Mapelli

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