Copertina 7

Info

Anno di uscita:2020
Durata:33 min.
Etichetta: Pulverised Records

Tracklist

  1. DEADLY REVENGE
  2. SEEDS OF DEATH
  3. SOULS OF THE NIGHT
  4. LEVIATHAN'S VICTORY
  5. WRATHCURSE
  6. DEMONS OF WAR
  7. SATANIC REBIRTH

Line up

  • Kato Marchant: vocals, guitars
  • Hans Magnus: bass
  • Wilson Urrustarazu: drums

Voto medio utenti

Anche se ad ascoltarli non si direbbe, gli Evoke provengono da Oslo, Norvegia, e si sono formati appena quattro anni fa. Perché dico non si direbbe? Perché il loro thrash/black è fortemente influenzato dalla scena sudamericana, brasiliana in particolare, quindi parliamo di Sarcofago, primi Sepultura, Vulcano, il tutto amalgamato ad un’altra scena fondamentale, quella tedesca dei primordi, quindi primi Kreator, Death Row, primi Sodom, e via thrashando…

Come già accennato, siamo a cospetto di una band molto giovane, che dall’anno della sua formazione, 2016, appunto, ha pubblicato solo due demo e questo “Seeds of death”, che quindi è il loro album di debutto. Delle coordinate stilistiche abbiamo già parlato, ora tocca vedere se i sette brani proposti sono degni di nota oppure no.

L’album parte a razzo e per tutta la sua breve durata, appena 33 minuti, non conosce soste, non lascia respiro, è un attacco frontale senza mezzi termini. I riff sono tiratissimi, come da manuale, le ritmiche alternano senza sosta tupa-tupa velocissimi a blast beat violenti, e la voce di Luis “Kato” Marchant, anche chitarrista (i più scafati di voi lo conosceranno in veste di bassista per la sua militanza in un’altra band norvegese, i Black Viper, dediti però a sonorità più classic/speed), è urlata e soffocata, una sorta di Cronos più incazzato!

L’album, quindi, riesce a soddisfare le aspettative? Secondo me sì, perché pur non essendo particolarmente innovativi o eccessivamente personali, i brani funzionano abbastanza bene, l’ascolto scorre via aiutato anche dalla breve durata dell’album, e la violenza sprigionata da ogni nota riesce a massacrarvi il cervello per benino, quindi ad assolvere il proprio compito. Con le premesse iniziali penso non sia necessario aggiungere che se non siete amanti di determinate sonorità, ma soprattutto di un certo modo di vivere il metal, è inutile proprio che cerchiate di trovare un senso in un disco come questo. Se siete vecchi thrasher incalliti, beh, il discorso cambia, e gli Evoke potrebbero fare al caso vostro…
Recensione a cura di Roberto Alfieri

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