Copertina 7

Info

Anno di uscita:2020
Durata:40 min.
Etichetta:Magnetic Eye Records

Tracklist

  1. SKIES OF THE UNKNOWN
  2. LET THE LIGHT IN
  3. THE INTERLOPER
  4. INTO THE ABYSS
  5. THE PROPHECY
  6. HORNS OF WAR
  7. CONJURING

Line up

  • Chris Johnson: bass, vocals
  • Joe Richner: guitar
  • AJ Peters: guitar
  • Scott Smith: drums

Voto medio utenti

Terzo capitolo della serie "Day of doom live" per l'etichetta Magnetic Eye Records. Dopo i Domkraft (Swe) e gli Elephant Tree (GB), già recensiti dal sottoscritto, adesso tocca ai Bostoniani Summoner, forse la band più nota del quartetto scelto dalla label americana. Noti in passato come Riff Cannon, i ragazzi del Massachusetts (da non confondere con gli omonimi deathsters di Oakland) hanno all'attivo tre ottimi lavori stoner-doom: "Phoenix" (2012), "Atlantian" (2013) e "Beyond the realm of light" (2017), che li hanno resi piuttosto popolari nel circuito statunitense del settore.
Il loro stile massiccio appare sicuramente più stoner che doom, con una forte venatura di Nwobhm ottantiana. Per capirci, più vicino a certe cose di Baroness, The Sword, Torche, Orange Goblin, che al verbo neo-Sabbathiano. C'è una oscurità di fondo nel loro sound, ma meno evidente rispetto allo sciabolare dei riff chitarristici ed alle ritmiche high-energy heavy che caratterizzano i loro brani. Tracce come "The interloper", "Into the abyss" e "Conjuring" sono vere cavalcate metalliche da sbattimento, di grande impatto in sede live. La voce graffiante del bassista Chris Johnson garantisce un surplus di tonicità e drammaticità come si può ben notare nell'epicheggiante "Skies of the unknown", che ricorda non poco i Mastodon più recenti. La profusione di assoli della coppia Richner/Peters crea un'atmosfera molto metal e dinamica, che è la caratteristica portante di tutto il sound dei Summoner.
Però gli americani hanno anche altre frecce nel loro arco, come la splendida e diluita "Let the light in". Uno slow in crescendo con passaggi atmosferici e psichedelici, ed esplosioni di potenza evocativa davvero notevoli. Pezzo che si distacca dal resto del materiale proposto: maggiormente doomy ed etereo, con ampi momenti ariosi ed emotivamente intensi, a testimonianza del grande potenziale di questa formazione.

Nell'insieme è un buon live, che forse non coglie interamente il ventaglio di soluzioni in possesso del quartetto di Boston, ma ne evidenzia l'efficacia e l'efficienza coinvolgente delle sue esibizioni dal vivo.

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