Se dovessi descrivere con una parola il nuovo album del progetto
3.2 lo definirei “forzato”. Ammesso e non concesso che fosse opportuno dare un ulteriore
seguito a
“To The Power Of Three” - è lo stesso
Robert Berry ad ammettere che le nuove composizioni sono di fatto tutte farina del suo sacco, con un contributo marginale del compianto
Keith Emerson in una sola delle tracce del full-length - la scelta del titolo mi sembra comunque di cattivo gusto: il fuorviante
“Third Impression” (che rimanda smaccatamente al capolavoro emersoniano
“Karn Evil 9”) farebbe pensare chiunque a un’opera nata a quattro mani con il tastierista inglese.
Ma non è questo il caso. Le canzoni non sono malvagie, ma sono a tutti gli effetti brani AOR (invero piuttosto muscolari) di
Robert Berry infarciti di tastiere molte volte non necessarie. È il caso di
“Missing Piece”, “A Bond Of Union” o
“The Devil Of Liverpool”, che sembrano state partorite da
David Paich o da
Steve Lukather, ma non di certo da
Keith Emerson, nonostante i numerosi inserti tastieristici (che infatti suonano quasi sempre fini a sé stessi).
Le idee migliori sono probabilmente nei due brani lunghi, l’introduttiva
“Top Of The World” e la conclusiva
“Never”, epiche ma a mio parere eccessive negli arrangiamenti, pecca che contraddistingue altri episodi che avrebbero meritato un trattamento più essenziale (penso a
“Emotional Trigger”, promettente all’inizio ma evitabile nel finale).
Come ultimo (?) capitolo del progetto
3.2 il voto è quello in calce. Se invece siete consapevoli di stare ascoltando un nuovo album solista di
Robert Berry aggiungete pure un punto.
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