Ecco l’ennesimo lavoro che si rivolge agli estimatori di una nicchia estrema, in questo caso lo psychobilly.
Ce lo propone P. Paul Fenech, storico protagonista della scena sia nella sua veste solista e sia per essere l’anima dei Meteors, band quasi leggendaria per il genere.
Come sempre sintetizzare uno stile musicale non è propriamente facile. Si può immaginare un’ossatura di brillantinato rock’n’roll anni ’50, eseguito in modo ruvido e sporco con attitudine punk-garage, ed infine condito a piacere con atmosfere stralunate e tossiche.
Ed in effetti osservando il volto del maturo artista, è facile realizzare che la sua vita non si è svolta all’insegna del salutismo. Una specie di Lemmy dello psychobilly che realizza un buon disco di settore, un’antologia variegata e scorrevole dalla quale emerge tutto il suo mestiere e la sua grande esperienza.
Rock’n’roll vivaci e danzerecci (“The f word, 3 minutes to dead time”) oppure torbidi e felini (“Snake eyed girl, Funnel of love”), ma anche ballate dal sapore country-western (“The hangmans daughter”) e perfino lenti dal tono sofferto e notturno (“Scarecrow”). Fenech confeziona una panoramica completa ed esauriente sulle varie sfumature del filone, adattando la propria voce anche alle atmosfere più cupe fino ad imitare il classico crooner maledetto, ed infiorando i brani con ottimi spunti di chitarra ultra-vintage.
Inutile andare oltre. Considerando sia il contenuto che l’autore, questo è un disco talmente specifico e mirato che gli estimatori lo prenderanno a scatola chiusa, mentre gli altri lo ignoreranno del tutto. A meno che qualcuno non voglia farsi un po’di cultura psychobilly grazie al riassunto ad opera di Paul Fenech.
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