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Info

Anno di uscita:2020
Durata:13 min.
Etichetta:Independent

Tracklist

  1. AFTERSUNDOWN - BULLSHIT DOCTRINE
  2. AFTERSUNDOWN - PILLS FREAK
  3. AFTERSUNDOWN - DOPE
  4. AFTERSUNDOWN - FAKE RAIDS
  5. AFTERSUNDOWN - POLICE BASTARD (DOOM COVER)
  6. ONE DAY IN FUKUSHIMA - THE MARCH OF 1ST REPUBLIC - KADOGO
  7. ONE DAY IN FUKUSHIMA - THE LEVIATHAN
  8. ONE DAY IN FUKUSHIMA - BLACK HOLE OF CALCUTTA
  9. ONE DAY IN FUKUSHIMA - BOOTLICKER'S WALTZ
  10. ONE DAY IN FUKUSHIMA - DOG'S LIFE

Line up

  • Fabrizio: vocals (backing), guitars (lead)
  • Vincenzo: bass
  • Incinerator: drums

Voto medio utenti

Non è un compito facile valutare uno split album, soprattutto se parliamo di un ep condiviso da due compagini per una durata che sfiora i 13 minuti. Certo, il grindcore fin dalla notte dei tempi ci ha abituato a velocità ultra fast e a durate brevissime.
Cosa accomuna i due gruppi qui riuniti? Beh, molto banalmente il genere d’appartenenza, quel grindcore che da oltre trent’anni sconvolge, scassa e spacca le scene punk e metal di tutto il mondo.

Dalla ridente Tangerang in Indonesia provengono gli Aftersundown che esordiscono sulle prime note di "Bullshit Doctrine" con una ferocia annichilente che lascia ben poco spazio alla melodia. Cinque canzoni, per sei minuti di musica che come da tradizione grindcore non lascia un attimo di respiro all’ascoltatore tra fulminei blast beat, chitarre laceranti e un’alternanza tra scream e growl che non fa altro che aumentare l’alto grado di violenza schizofrenica qui presente che viene se possibile ulteriormente aumentata con la conclusiva cover di “Police Bastards” dei Doom. La produzione grezza non fa altro che allontanare ancor di più gli ascoltatori abituati a ben altre sonorità oltre che a ricordarci velatamente i primi Carcass.

Mentre dal mezzogiorno italiano (per l’esattezza dal Salernitano) provengono i One Day In Fukushima autori di un grindcore sempre molto feroce, ma più controllato di quanto fatto dalla band indonesiana e con una produzione più pulita e bilanciata. Il resto dei solchi viaggia sempre su sonorità folli ed iraconde nei quali traspare l’odio per lo scenario attuale ("Bootlicker’s Waltz" e "Dog’s Life" su tutte).

Personalmente ho sempre apprezzato molto release di questo tipo che permettono a due o più band di farsi conoscere in maniera furba e apprezzo chi vuole fare musica senza troppi compromessi di sorta.
Qui abbiamo due band che sanno quello che vogliono fare e lo dimostrano limpidamente in queste schegge impazzite.
Un buon biglietto da visita per entrambi che dimostrano essere dei validi guerrieri underground.

Prendere o lasciare quindi: se è vero che qui non c’è ombra di qualsivoglia novità stilistica è altrettanto vero che le due band qui presenti meritano la vostra attenzione per via della potenza, della rabbia, dell’intensità e dell’energia che sanno sprigionare ed è per questo che vi consiglio di dare fiducia a "Barbaric Scenario".

Recensione a cura di Seba Dall

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