MP - Get It Now (Reissue 2021)

Copertina 6

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2021
Durata:40 min.
Etichetta:Dying Victims Productions

Tracklist

  1. NOT FOR THE INNOCENT
  2. CLAWS FROM THE MIGHT
  3. ROCKTOBER BLOOD
  4. DON'T ASK ABOUT HIS NAME (LOHENGRIN)
  5. LION IN A CAGE
  6. GET IT NOW
  7. CRUEL TO THE HEART
  8. HAWK OF MAY
  9. NEVER TRUST A WO(MAN)
  10. SLOW DOWN

Line up

  • Thomas Zeller: vocals, bass
  • Andy Wolk: guitars
  • Michael Link. drums

Voto medio utenti

La New Wave Of British Heavy Metal durante la sua esplosione folgorante ha lasciato figli e figliastri in giro per il mondo.
È stata un’onda di ribellione musicale che ha coinvolto tante persone e che ha rivelato musicisti capaci ma anche realtà minori che invero non avevano la zampata del campione come questi MP.
Diciamolo chiaro, questa band tedesca fondata nel 1986 era fuori tempo massimo ed anche questo secondo full datato 1987 e ristampato ora dalla Dying Victims Productions ne è una testimonianza.
Per due ragioni; la prima è la data d’uscita, in quell’anno anche il thrash stava scoprendo il suo crepuscolo che sarebbe arrivato con il ciclone death metal che già mostrava i primi segnali e non solo.
La seconda è la produzione molto inferiore e vecchio stampo, quando esistevano album pubblicati in contemporanea che erano più potenti e chiari ma forse questo è da imputare alla piccola Steps Records, non certo una corazzata.
Il disco prende il via con “Not for the innocent” con un riff “rubato” ai Maiden.
Up tempo serrato con le vocals raspose del singer e bassista Thomas Zeller, il solo è discreto e mostra il piglio della band.
Il secondo brano “Claws for might”, è una speed metal song godibile, dove il basso viene sovrastato dalla doppia cassa e si sente poco; buono il solo metallico al punto giusto.
Don’t ask about his name (Lohengrin)”, è un buon up tempo serrato con quell’andamento non troppo aggressivo e tagliente che avevano alcune formazioni che si davano al genere ma totalmente assenti della grinta punk all’origine del genere.
Cruel to the heart”, parte come brano lento e acustico sorretto dall’arpeggio per poi diventare un mid tempo serrato, il chorus ha una vena hard rock ma ci vorrebbe un singer diverso nel colpire il segno.
Detto ciò, è un disco senza infamia e senza lode, sono il classico gruppo da mettere in macchina ma nulla di più, perché la resa è discreta ma null’altro; per collezionisti.
Recensione a cura di Matteo Mapelli

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