Esce il 23 aprile per
Massacre Records il debut album dei brasiliani/statunitensi
Firewing, e già dal nome dovreste poter cogliere su quali coordinate ci muoviamo: draghi, spade de foco, symphonic power metal molto Rhapsody-ano (che col suffisso staccato così sta malissssssimo, vabbé) e compagnia danzante.
Questo "
Resurrection", infatti, è il più classico dei concept albums a sfondo fantasy, e in questo caso la storia ruota intorno alla lotta tra due creature mistiche, al secolo
Ember, la fenice della speranza, versus
Vishap, la viverna dell'oscurità. Cosa? Non sapete cos'è una Viverna??? Beh, ma dove eravate mentre io passavo metà della mia adolescenza chiuso in casa con altri sfigati a giocare a D&D?? Cosa? Ragazze? Luce del sole? Socialità? Ah.... ok...
E niente, e quindi. L'album è ovviamente 'canonico', con le sue cavalcate epiche, i suoi interludi che accarezzano la classica, la solita ridda di guests ad interpretare i diversi personaggi, anche se la parte vocale è saldamente in mano ad
Airton Araujo, bella voce, graffiante, mi ricorda un pò Apollo Papathanasio (ex Firewind), forse non la voce che ci si aspetterebbe dietro un concept sonoro del genere, ma proprio per questo un pelo inusuale ed interessante.
Sull'esecuzione niente da dire, i Firewing sanno come suonare, e la produzione è più che buona; la cosa sulla quale al massimo potremmo discutere è la generale sensazione di derivatività dell'intero platter, che suona purtroppo già sentito e senza particolari guizzi, e che purtroppo non rende questo '
Resurrection' l'album che ricordi dopo l'ascolto, o quello che ti fa drizzare le antenne. Al netto di tutto ciò, essendo un debut album, ci sento buone speranze per i Firewing che vanno comunque encomiati per il lavoro fatto per mettere in piedi un debut così complicato e interessante. Forza ragazzi, tiro un D20 e spero in un boost Carisma per voi!
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