Chronosfear - The Astral Gates Pt. 1: A Secret Revealed

Copertina 8,5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2022
Durata:51 min.
Etichetta:Elevate Records

Tracklist

  1. 2101: RUINS OF OUR WORLD - PROLOGUE
  2. FAITHLESS TIMES
  3. FOR A NEW TOMORROW
  4. THE ASTRAL GATES
  5. UNDER THIS BLEEDING SKY
  6. PARALYZED - INTERLUDE I
  7. BEYOND
  8. FRAGMENTS
  9. CODE RED - INTERLUDE II
  10. EYES OF THE WOLF
  11. THE FORTRESS TOWER
  12. THE WORLD I LEFT BEHIND

Line up

  • Michele Olmi: drums
  • Davide Baldelli: keyboards
  • Filippo "Fil" Tezza: vocals
  • Xavier Rota: bass
  • Frank Campese: guitars

Voto medio utenti

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Detto in parole povere, il nuovo album dei nostrani Chronosfear spacca tranquillamente il cu*o al 90% della produzione internazionale power/prog. Ma lasciatemi il tempo di approfondire, introdurre, elaborare.

La storia colloca i nostri eroi a Brescia, e ne vede le origini nel lontano 2003. Bisognerà aspettare il 2018 per il primo full lenght auto-intitolato, ed ulteriori quattro anni per questa sberla di album che è “The Astral Gates Pt. 1 – A Secret Revealed”. Come i più perspicaci avranno già intuito dal titolo, tra l’altro, ci troviamo di fronte alla prima parte di un concept album di stampo assolutamente distopico (immaginate una sorta di '1984', se Orwell lo avesse ambientato nel 2101!), che potrebbe puzzarvi un filo di Ayreon, ma che ha talmente tanta personalità da non assomigliare realmente a nessuno se non a se stesso.

Ma non è solo di (riuscito) concept che si parla, in questa recensione, tutt’altro: “The Astral Gates” è un capolavoro di equilibrio, di arrangiamenti, di bilanciamento tra un power a tratti furioso e cattivo, un’attitudine prog metal da fare invidia, una capacità sbalorditiva allo strumento da parte di tutti ed un gusto mai scontato per la melodia. I suoni sono potenti e ricercati, ed un plauso particolare lo meritano, strano a sentirlo dire da me, le tastiere! Il lavoro di Davide Baldelli, sia nella scelta dei suoni che nel layering che nell’esecuzione, è qualcosa che in una band metal non sentivo da lustri: mai eccessivo, funambolico quando serve, pianoforte ed un secondo dopo suoni spaziali, e poi orchestrazioni, senza mai esagerare, con un gusto raro e senza togliere un centimetro di spazio a nessuno, in particolare senza togliere niente alla chitarra superlativa di Frank Campese, ultimo acquisto della band, ma davvero la ciliegina su una torta riuscita in pieno.

Un album che è un continuo saliscendi emotivo, saldamente capitanato dalla voce di Filippo Tezza (autore di buona parte dell'album), che in un brano (“Fragments”) si fa accompagnare da Alessia ‘Temperance’ Scolletti; alle sue/loro spalle, una sezione ritmica talmente brava da amalgamarsi perfettamente con l’insieme, con il mastermind Michele Olmi e Xavier Rota (da una cui idea si è sviluppato tutto il concept) a dettare tempi dispari, sfuriate che sfiorano i blast beats, accelerazioni power e momenti morbidi e soffici. Tra Psychotic Waltz, Secret Sphere (giusto per fare un nome nostrano), Symphony X e la dolcezza del melodic power più attuale, “The Astral Gates” sa raccontare una storia avvincente continuando a stupire, ascolto dopo ascolto, per la complicatezza delle soluzioni, che sono talmente ben dosate da risultare al contrario facilmente digeribili sin dal primo ascolto.

Potrei citarvi questo o quel brano, ma questo è il classico album che merita davvero l’ascolto top-to-bottom, interludi compresi. Non fatico a dirvi che non ascoltavo un album così convincente, complicato e ben realizzato, soprattutto in Italia, da un bel po’. Tanto di cappello.




Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

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