Riascolto
“Backwood Spirit” del 2017 e mi rimprovero di essere stato troppo buono con l’esordio della band di
Kent Engström e
Göran Edman. Poi metto su
“Fresh From The Can” e mi dico che non è vero e che va bene così.
Certo, “fa strano” ascoltare un album intriso di sonorità vintage americane suonato da un manipolo di (ottimi) musicisti svedesi, ma alla fine anche questo aspetto non è poi tanto disorientante (penso ai
DeWolff perché sono i primi a venirmi in mente).
Del mio amore platonico per
Edman penso di avere già parlato (dategli da intonare il menù del vostro ristorante preferito e lo farà diventare leggenda), artefice dell’ennesima prova maiuscola, calda e appassionata come solo lui è in grado di fare, supportato a dovere da suoni d’altri tempi e performance convincenti e mai sopra le righe.
Difficile scegliere i brani migliori, tutti coerenti nelle coordinate stilistiche che abbracciano tanto The Allman Brothers Band quanto i Lynyrd Skynyrd o Neil Young, ma sapete che ho un debole per le sonorità più - per così dire - europee, per cui non posso non citare
“Celebration” (con il Mellotron protagonista nella coda) o
“Mayflower” (a cavallo tra Joe Cocker e i Fab Four di fine carriera).
Chapeau.
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