Non sono mai riuscito ad apprezzare fino in fondo le ristampe e le compilation di materiale inedito in generale, figuriamoci addirittura quando si parla di "brani sconosciuti tratti da demo e split...", una cosa per me ai confini non con l'irritabile, ma con il delirio nervoso. Però, c'è sempre un però, ogni tanto ne vale la pena, e non ho problemi a riconoscerlo, ma solo ed esclusivamente nel caso in cui il materiale proposto sia veramente degno di nota, e non solo quindi una mera scusa commerciale per riuscire a piazzare sul mercato qualche migliaio di copie in più. Stavolta invece è proprio il caso di premiare questa riedizione dei due demos della one man band Made in USA denominata Krohm, una perla nera che non può sfuggire a tutti gli appassionati del Depressive Black Metal nella vena di Xasthur e Judas Iscariot. Uno stile che in America oggi come oggi è sinonimo di un modo particolare e assolutamente originale di intendere il metallo nero, almeno nei confronti della più tradizionale Europa. Quello che mi sono ritrovato fra le mani è senza dubbio un prodotto di ottima fattura, suddiviso in due parti, la prima comprendente tutti i brani tratti dal demo Slayer Of Lost Martyrs, mentre la seconda racchiude tutti i pezzi presi direttamente dal debutto ufficiale di Krohm nel mondo dell'underground, mi riferisco appunto a Crown Of The Ancients. Gli elementi di discussione sono tanti, soprattutto a livello stilistico, nella prima parte del cd è possibile saggiare un sound più maturo e complesso, dove brani tendenzialmente lenti e apocalittici si concedono ogni tanto qualche divagazione più tipicamente Black Metal. Si respira un'aria satura e grigia, un modus operandi che in alcuni frangenti richiama alla mente il connazionale Leviathan, altro maestro indiscusso. Quello che in ogni caso risulta "piacevole" è l'assoluta cura per le melodie, asfissianti e monolitiche è vero, ma sempre e comunque orecchiabili nella loro diretta semplicità, come nel caso di Veneria's Call e Psychic Pandemonium, due titoli, due programmi. Nel caso del secondo demo qualcosa cambia, vuoi per una minore esperienza all'epoca della sua realizzazione, e anche per una produzione meno curata e più grezza, che per quanto può risultare cattiva e spontanea, non riesce ad emergere per atmosfera e spessore. Poco male in ogni caso, perchè almeno dal punto di vista del songwriting le cose non cambiano; malinconia, depressione, isolamento, la nemesi dello spirito umano, la dissoluzione di ogni speranza di vita, un massacro vero e proprio. Se nel primo demo cd in scaletta era presente un'atmosfera criptica e gelida nella seconda parte invece è il buio totale. The Cry Of The Witch, Slayer Of Lost Martyrs e Gone Astray parlano più di altre mille parole. Il pregio maggiore di Krohm risiede nel fattore comunicabilità, pur essendo uno stile estremamente minimale e crudo le sensazioni che provoca sono molteplici, sicuramente un punto a favore non discutibile. Krohm è in sostanza l'ennesima testimonianza che negli Stati Uniti d'America quello che qualche anno fa sembrava non avere speranza, il Black Metal appunto, sta vivendo negli ultimi anni una genesi a livello creativo veramente vitale. Non si contano più ormai le bands dedite ad un sound depressivo e mortifero, stile che trova in questo nuovo gruppo un nuovo slancio verso l'apocalisse. Non è solo musica, è la morte nel cuore.
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