Copertina SV

Info

Anno di uscita:2021
Durata:44 min.
Etichetta:AFM Records

Tracklist

  1. DRIVE TROUGH FIRE
  2. BATTLEZONE
  3. HELLBREAKER
  4. BEYOND THE GRAVE
  5. DEAD RISING
  6. CAR WARS
  7. FIREBREATHER
  8. LAWGIVER
  9. BLACK HOLE OVERLOAD
  10. BACK TO THE BULLET
  11. THE OUTRUN

Line up

  • Chris "Howling" Birx: vocals
  • Andy Peters: guitar
  • Patrick Wassenberg: guitar
  • Dominik Kwasny: bass
  • Adam Borosch: drums

Voto medio utenti

I Motorjesus sono ormai una certezza, un pò come gli Airbourne. Una di quelle band dalle quali sai esattamente cosa aspettarti, ma ogni volta ti gasano con una botta di adrenalina e ottani. I rockers di Mönchengladbach pubblicano il sesto album in studio in una ventina di anni di carriera ed ancora una volta si tratta di un incendiario assalto hard rock metallizzato, energy-dirty rock con una spruzzata di grezzume punk e stoner. Un pò di Judas Priest, un pò di Motorhead, un pò di Truckfighter, giusto per rendere l'idea ed il clima generale.

Album diretto e ficcante come un proiettile, senza fronzoli o manierismi. Fin dall'iniziale "Drive trough fire" il ritmo è bello teso e convulso, le chitarre tagliano l'aria con riff semplici ma pieni di testosterone ed assoli puntuali, mentre Chris "Howling" Birx ci aggiunge la sua intonazione da macho-biker stradaiolo.
Le canzoni parlano di corse in auto, benzina che brucia, alcool che scorre, risse, amore, sesso occasionale e vita "on the road", come previsto dal rock più ruspante fin dalla notte dei tempi.
Anche se la faccenda può sembrare un pò ripetitiva, il segreto è quello di sparare la musica a tutto volume e lasciarsi sbattere senza tanti pensieri da pezzi Saxoniani come "Battlezone" (immaginate una "Motorcycle man" più rokkettara e germanizzata) o sferzate Motorheadiane tipo "Car wars" o "Hellbreaker" dove si scapoccia di gusto ed i ritornelli sono già belli pronti per i concerti.
La formazione tedesca ha anche il vantaggio di possedere una buona verve melodica, con parti vocali sempre molto catchy e memorizzabili che si coniugano bene con il tiro aggressivo classic metal. Episodi come "Beyond the grave" o "Firebreather" non sono certo innovativi, ma funzionano perchè trasmettono la torrida visceralità del rock cazzuto e virile. Sciabordate chitarristiche, ritmiche selvagge, refrain immediati e calore che scioglie il ghiaccio. Formula semplice, talvolta più rabbiosa e veloce, talvolta più ragionata ed orecchiabile, ma sempre funzionale allo scopo: mantenere alta la bandiera del buon vecchio rock'n'roll.

I Motorjesus proseguono per la propria strada tracciata nel solco della tradizione, con una spolverata di modernità nei suoni e nella produzione. Hard band solida come roccia, tetragona ed irremovibile alle contaminazioni, puro dirty-rock bombastico.

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