Una delle cose belle del mondo metal è che la nostra musica preferita ha attecchito anche in zone del globo in cui non ti aspetteresti di veder nascere e crescere una scena.
E’ il caso della Thailandia, Paese che ci riporta subito alla mente immagini esotiche e spiagge mozzafiato e che in realtà possiede una attiva scena underground death/grind che prende il nome di
Siamese Brutalism i cui componenti si occupano di organizzare concerti e diffondere il Verbo della musica estrema a quelle latitudini.
Gli
Oldskull son attivi dal 2015 e oggi giungono a pubblicare il loro debutto per
Inhuman Assault Productions con il nove tracce intitolato
“Nether hollow of no return”, un solido disco ispirato principalmente dalla vecchia scuola death metal britannica.
Eh sì! Gli
Oldskull hanno studiato a fondo la Storia del nostro genere preferito e hanno appreso la conoscenza cristallina contenuta nei seminali lavori dei
Bolt Thrower e dei
Benediction dei tempi d’oro, componendo quarantasei minuti di musica tanta intrigante quanto inaspettata, fatta di riff concussivi, assoli ipnotici e una solida base ritmica a tenere su la baracca in ogni istante.
Certo a voler fare proprio i precisini (se non i pedanti) , la band ha preso qualcosina anche dai
Death e dagli
Obituary (v. “
Funeral culmination”, nel d-beat di “
Execution temple”) ma la componente british è predominante in
“Nether hollow of no return”, specie nelle costruzione delle parti più midtempo (v.
“Arcane serpents”,
“Murky waters”)
Disco derivativo? Certo!
Buon disco? Sicuro!
In
“Nether hollow of no return” non c’è nulla che non vada, nella sua tranquillante sicurezza merita la vostra attenzione. Perché il Verbo non conosce confini.
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