Cosa mai sarà questa
Porta 964? Che cosa troveremo dietro tal enigmatico uscio? Con queste domande “epocali” mi appresto ad affrontare l’esordio dei finlandesi
Door 964, con l’unica certezza che non si tratterà verosimilmente di un debutto all’insegna di un’assoluta “innocenza”, dal momento che il
curriculum del gruppo cita i piuttosto noti Myon come principale referenza.
Ebbene, “
C.O.T.D.” si rivela alla prova dei fatti un dischetto piuttosto godibile, saturo di melodie orecchiabili ed evocative, saggiamente innervate da grinta e fisicità, ispirate esplicitamente alla lezione impartita al mondo da Europe, Treat, Skagarack e Dalton, senza dimenticare d’includere nel loro
background artistico l’influenza di gruppi seminali come Stratovarius e Helloween.
Una “roba” tipicamente nordeuropea, direi, basata una formula espressiva ampiamente sfruttata e non per questo stancamente dispersa nel cumulo massificante delle proposte stilistiche analoghe.
Coordinato dalla voce un po’ “oscillante” di
Sami Huotari (qualcosa tra
Dennis DeYoung e
Klaus Meine) il programma incalza subito l’astante con il
refrain istantaneo e la linea armonica suggestiva di “
Fire at will” per poi accentuare ulteriormente, attraverso la successiva “
Once again” il coefficiente di adescamento emotivo, che si mantiene abbastanza elevato anche nelle luccicanti cromature
class-metal concesse alla
title-track dell’albo.
Le buone vibrazioni proseguono grazie al dinamismo magniloquente di “
Face to face” e al ritornello viscoso di “
Wings”, mentre con le ballate “
W.T.L.K.” e “
Worlds collide” i
Door 964 tentano, con esiti ampiamente soddisfacenti, di sollecitare il lato più sentimentale dei tifosi del settore, i quali, ne sono convinto, apprezzeranno pure l’andamento pulsante e intrigante di “
Childhood heroes”.
Sebbene i dubbi sulla longevità dell’opera siano ben presenti, non posso far altro che consigliare al lettore appassionato un pronto contatto con “
C.O.T.D.”, un bel modo per trascorrere in letizia trentacinque minuti della propria esistenza.
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