Copertina 8,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2021
Durata:41 min.
Etichetta:Peaceville Records

Tracklist

  1. HIS MASTERS VOICE
  2. HATE CLOAK
  3. WAKE OF THE AWAKENED
  4. VOYAGE TO A NORTHPOLE ADRIFT
  5. LOST ARCANE CITY OF UPPAKRA

Line up

  • Gylve Fenriz Nagell: drums, vocals
  • Ted "Nocturno Culto" Skjellum: guitars, bass, vocals

Voto medio utenti

Attenzione Battaglione! Come avrebbe detto un mio professore delle superiori quando ci fregava con delle interrogazioni a sorpresa, ma qui la sorpresa sta nel nuovo Darkthrone.
Premetto che io non ascolterò mai i singolini, questi assaggini messi lì per solleticare l’attesa, sarebbe come andare in un ristorante e pretendere di giudicare la bontà di un piatto di pasta con una forchettata, no io voglio la pietanza intera!
Ecco la premiata ditta Gylve Fenriz Nagell e Ted “Nocturno Culto” Skjellum, procedere imperterrita nella riscoperta di un certo modo di intendere il metal estremo vecchia scuola, si mettano l’anima in pace chi li ha rinnegati perché deluso da questa svolta preferendo quelli “veracemente” black metal dei primi anni novanta; al duo frega gran poco a mio modesto parere di accontentare chiunque andandosene per la propria strada, ma questo non vuol dire che tutte le ciambelle riescano col buco.
Apertura affidata a “His masters voice”, apertura arpeggiata per poi ecco arrivare un riff che più metal non si può con una bella carica in up tempo e la voce rasposa del buon Nocturno Culto.
Il tutto rallenta con un andamento doomy con stacchi più veloci; si percepisce l’omaggio doveroso agli svizzeri Celtic Frost ma col tipico marchio degli scandinavi; in questa prima traccia abbiamo anche un breve solo melodico a contrastare il muro pesante di suono creato.
Hate cloak”, è un bel brano con un riff heavy doom che però lascia il passo ad una sezione più serrata e scura.
A far da intermezzo c’è una sezione in mid tempo che fa da apripista alla chiusura sul passaggio iniziale, buoni spunti, ma in certi momenti ho l’impressione che certi incastri girino a vuoto, sarebbe stato meglio abbreviarlo.
Wake of the awakened”, sfodera un riff tipico dei nostri nella parte iniziale in up tempo con le vocals sempre raspose del chitarrista norvegese.
Questo brano ha al suo interno dei richiami all’heavy metal soprattutto nella parte centrale con gusto, ottimo brano.
Il conclusivo “Lost arcane city of Uppakra”, lascerà interdetti molti; perché il duo ha calato una vera e propria sorpresa al suo interno, a me ha lasciato piacevolmente esterrefatto.
Partendo da una solida base doom metal con tempi elefantiaci ecco che il tutto prende una piega più veloce con una cavalcata cadenzata per poi smorzarsi e acquietarsi con un arpeggio melodico atmosferico e udite udite un Moog dal chiaro suono progressive che piano piano viene supportato da bordate elettriche sul finale.
Allora, calma e gesso e diciamo chiaro che rispetto al precedente album “Old Star” recuperano un certo gusto per il metal estremo ma non si smentiscono mai nell’essere coerenti e dando prova di grande apertura mentale vedasi l’ultima traccia, per me top album dell’anno anche se per apprezzarlo ci vogliono svariati ascolti, grandi Darkthrone!
Recensione a cura di Matteo Mapelli

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 06 lug 2021 alle 11:54

Di sto disco se salva solo la copertina, purtroppo.

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