Seppur formatosi nel 2009, i bresciani
Riexhumation solo oggi riescono a debuttare sulla lunga distanza con la pubblicazione di
“The final revelation of Abaddon” tramite l’interessamento della
Lavadome Productions.
La proposta musicale dei Nostri è quella di un death metal old school declinato in tinte oscure e aggressive in cui riecheggiano sonorità floridiane con punti di contatto riconducibili a
Deicide, Malevolent Creation, Monstrosity in cui, partendo da una compatta base ritmica i brani sfociano con naturalezza in pregevoli assoli nei quali la band sfoggia la sua anima più tecnica.
La produzione di
“The final revelation of Abaddon” si adatta alla proposta musicale dei
Riexhumation, puntando su toni bassi, cupi, con la volontà precisa di porre l’accento sull’anima luciferina delle singole tracce ma, allo stesso tempo, correndo volontariamente il rischio di apparire un po’ troppo impastata in alcuni passaggi.
Prese singolarmente le singole canzoni funzionano bene -
“Manifestation of the horned-head presence”, “The vectorcvlt”, “Take the throne of Enlil” possono esser prese come manifesto del
Riexhumation-pensiero – ma se consideriamo le nove tracce nella loro globalità, si nota nel quartetto una certa tendenza a riutilizzare gli stessi schemi, come se non volesse “rovinare” l’esordio correndo dei rischi inutili.
Niente di imperdonabile si intende, ciò non sgretola la solidità della proposta della band bresciana, ma un punto su cui lavorare per uscire, come si suol dire, dalla propria zona di comfort e mietere in futuro ancora più vittime.
Le premesse per togliersi delle belle soddisfazioni ci sono tutte.
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