Proprio vero che
i tempi cambiano e pure di molto: pensiamo ai
Go Ahead And Die, la nuova band nata dalla
Cavalera Family (il buon
Max e suo figlio) ha debuttato l’11 giugno di quest’anno per
Nuclear Blast in maniera abbastanza silenziosa, complice una sovrabbondanza di uscite che da anni sommergono di letame fumante gli scaffali dei negozi fisici o virtuali, oscurando parecchie uscite meritevoli.
Non che le ultime uscite discografiche nelle quali
Max Cavalera era coinvolto abbiano aiutato in tal senso: i
Soulfly che sono la sua creatura principale, hanno fatto un
ritorno alle origini con un Thrash/Death molto piatto e generico, i
Killer Be Killed sono un super gruppo che
non ha mai convinto e peggio è andata ai
Cavalera Conspiracy che dopo un
discreto esordio, sono affogati nella
più drammatica banalità, dovendosi riciclare a tribute band dei tempi che furono.
Ecco, ora dimenticate tutto questo perché l’esordio omonimo dei
Go Ahead And Die è un disco sincero, irrequieto e finalmente ispirato, nel quale i tre musicisti coinvolti secondo me si sono pure parecchio divertiti a comporre, suonare e registrare.
Il gruppo ha un sound semplice, grezzo, iracondo e questo si riversa in queste undici canzoni dallo smaccato taglio Hardcore/Crust Punk, che ogni tanto strizzano l’occhio al Thrash/Death Metal per aggiungere ulteriore pesantezza sonora.
Anche la produzione va dritta al punto, cercando di differenziarsi dal modus operandi della label teutonica: le chitarre non sono sacrificate sull’altare ed i riffs macinati sono semplici ma abrasivi e potenti, concedendosi in un discreto numero di breakdown, mentre gli assoli e le improvvisazioni sono messe al bando; il lavoro svolto dal batterista è efficace, specialmente quando spinge sull’acceleratore, mentre il basso è usato a mo’ di tappabuchi e poco altro. Le due voci di
Max e
Igor invece si intersecano parecchio bene tra di loro, con il primo che presenta il suo classico vocione gutturale, ed il secondo una timbrica urlata e rabbiosa.
Perché di rabbia ne è piena questo disco: dalla copertina, passando per i testi, questa musica vuole comunicare qualcosa all’ascoltare ed in effetti i testi sono molto politicizzati e tendenti a tematiche riguardanti la società odierna messa a dura prova da questa pandemia.
E non c’è spazio per sonorità nostalgiche piuttosto che per ardite sperimentazioni o ammiccamenti radiofonici: la brochure che presenta i
G.A.A.D. cita nomi come
Doom,
Anti Cimex,
Discharge ma anche
Hellhammer o
Extreme Noise Terror e mi sento di dire che sono tutti nomi che ben calzano con questo album.
Un lavoro ispirato che a parte una limatina nel songwriting e nel minutaggio qua e là oltre a qualche pezzo sottotono (quelli più lunghi e lenti) non da il fianco a delle reali critiche.
Se in futuro si smusassero certi spigoli e si dà importanza a questa band a discapito di altre che non hanno più nulla da dire, beh credo che ne sentiremo delle belle!
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?