Copertina 8

Info

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Genere:Black Metal
Anno di uscita:2020
Durata:40 min.
Etichetta:Antiq Records

Tracklist

  1. LA TAVOLA OSCA (I ATTO)
  2. LA TAVOLA OSCA (II ATTO)

Line up

  • Eurynomos: guitars, bass, drums, clarinet, spoken words
  • Emanuele Prandoni: vocals
  • Sparda: vocals (choirs)

Voto medio utenti

Il 2020 è stata un’annata a dir poco meravigliosa per l’underground Metal italiano: Witchwood, La Stanza Delle Maschere, L’impero Delle Ombre, Ottone Pesante, Little Albert e Nero Di Marte sono alcuni dei nomi che hanno contribuito a ciò e che hanno dato dinamismo e varietà musicale a quest’annata che è stata molto particolare. Tra i tanti c’è anche il nome di Dawn Of A Dark Age che spicca in maniera limpida con “La Tavola Osca”.

Quella dei DOADA sembrava una storia giunta al capolinea dopo la conclusione della precedente saga “Six Elements”, invece Vittorio Sabelli ha deciso di fare un’inversione a U e di dare inizio ad una nuova ambiziosa saga che ha richiesto ben quattro anni di lavoro.
Con il lavoro in questione l’artista molisano vuole dare un giusto e doveroso tributo ai suoi avi, andando a riscoprire le sue radici e si comincia con il ritrovamento archeologico de “La Tavola Osca” per poi giungere al rituale religioso che millenni fa i Sanniti facevano sul monte sacro.
A livello di concept la tematica trattata è affascinante, lontana nel tempo ed è stata trattata con cura e dovizia di particolare, quasi si stesse parlando di un documentario musicale. Musicalmente è un lavoro altrettanto ambizioso, abbiamo una maxi traccia di quaranta minuti, nella quale trovano spazio otto scene che ci narrano in maniera piuttosto approfondita questa storia. Musicalmente continua la peculiare proposta dei DOADA con l’unione di Clarinetto e Black Metal più o meno atmosferico: il tema portante suonato dal clarinetto pare rimandare ad una marcia paesana di qualche secolo fa, da cui si sviluppa questa dicotomia fatta di parti narrate aventi un accompagnamento musicale scarno ma sempre efficace e che fa in modo che queste parti non siano tediose (fondamentali per far comprendere lo svolgersi della vicenda) alle parti più squisitamente Black Metal con tanto di scream e blast beat che ci portano all’epoca dei Sanniti. Questa alternanza funziona fino alle fine, anche grazie ad una certa varietà fatta di voci femminili, parti acustiche dal fare molto intimo e meditabondo, assoli di clarinetto ma è alla fine che con l’antico rituale declamato a viva voce con un tappetto di tamburi e percussioni ancestrali si ha il proverbiale colpo di maestro.
Un album questo che si svela piano piano, con ripetuti ascolti che ogni volta fanno emergere qualche nuova sfumatura sonora. Inutile stare molto a tergiversare con opere di tale valore, studiate in ogni minimo particolare nella quale Black Metal, sonorità folkloristiche e atmosferiche, interludi narrativi, voglia di scoprire la storia dei propri antenati e della propria cultura vanno a formare un connubio irresistibile per chiunque avrà mai l’interesse di esplorare “La Tavola Osca”.

Una ricerca storica e musicale a dir poco notevole e maniacale, con una produzione riuscita che sa valorizzare tutto quanto viene proposto, un artwork elegante e dal fare antico disegnato dalla bravissima Joanna Maeyens che è riuscita a cogliere lo spirito di questa “Safinim Black Metal Opera”.
Se siete amanti della storia antica, del Black Metal più o meno ortodosso, delle sonorità atmosferiche e popolari unite al Metal estremo e avete curiosità nei confronti di lavori di grande respiro, beh è un acquisto praticamente obbligatorio. E in tutta onestà è difficile trovare qualcuno a cui sconsigliarlo, visto che “La Tavola Osca” potrebbe farsi amare pure da chi solitamente non apprezza il Black Metal.
Quindi a voi la scelta: continuare a lamentarsi che in Italia non viene dato il giusto spazio al Metal o piuttosto supportare chi si impegna e riesce a proporre lavori di qualità?

Recensione a cura di Seba Dall

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