Il 2020 è stata un’annata a dir poco meravigliosa per l’underground Metal italiano:
Witchwood,
La Stanza Delle Maschere,
L’impero Delle Ombre,
Ottone Pesante,
Little Albert e
Nero Di Marte sono alcuni dei nomi che hanno contribuito a ciò e che hanno dato dinamismo e varietà musicale a quest’annata che è stata molto particolare. Tra i tanti c’è anche il nome di
Dawn Of A Dark Age che spicca in maniera limpida con “
La Tavola Osca”.
Quello dei
DOADA sembrava una storia giunta al capolinea dopo la conclusione della precedente saga dei “
Six Elements”, invece
Vittorio Sabelli ha (fortunatamente) deciso di fare un’inversione a U e di iniziare una nuova ambiziosa saga che ha richiesto ben quattro anni di lavoro.
Con il platter in questione, l’ artista molisano vuole dare un giusto e doveroso tributo ai suoi avi che non sempre hanno avuto il giusto trattamento in ambito storico e da qui è nata questa necessità di riscoprire le proprie antiche radici e si comincia con il ritrovamento archeologico de “
La Tavola Osca” avvenuto nel 1848 per poi giungere al rituale religioso che i Sanniti facevano nel monte sacro millenni e millenni or sono.
A livello di concept la tematica trattata è affascinante, lontana nel tempo e per nostra grande gioia è stata trattata non con banalità e superficialità, ma bensì con cura e dovizia di particolari, quasi se si stesse parlando di un documentario musicale.
Musicalmente è un lavoro altrettanto ambizioso, abbiamo una maxi traccia di quaranta minuti di durata divisa in due parti, nella quale trovano spazio otto scene che ci narrano in maniera piuttosto approfondita questa storia, una scelta questa che sembra quasi una pièce teatrale piuttosto che un semplice lavoro discografico.
Musicalmente continua la peculiare proposta dei
DOADA con l’unione di clarinetto e Black Metal più o meno atmosferico e feroce: il tema portante suonato dal clarinetto pare rimandare ad una marcia paesana di qualche secolo fa, da cui si sviluppa questa dicotomia fatta di parti narrate aventi un accompagnamento musicale scarno ma efficace e questo fa in modo che non siano tediose, con le parti più squisitamente Black Metal con tanto di scream e blast beat che ci portano all’epoca dei Sanniti.
Questa alternanza funziona, funzione molto bene e, soprattutto funziona fino alle fine, anche grazie ad una certa varietà stilistica fatta di voci femminili, parti acustiche dal fare molto intimo e meditabondo, assoli di clarinetto e l’antico rituale funebre posto alla fine che è declamato a viva voce con tamburi e percussioni.
Il proverbiale colpo di maestro che ci trasporta definitivamente in una dimensione ancestrale.Un album questo che si svela piano piano, con ripetuti ascolti che ogni volta fanno emergere qualche nuova sfumatura sonora. Inutile stare molto a tergiversare con opere di tale valore, studiate in ogni minimo particolare nella quale Black Metal, sonorità folkloristiche e atmosferiche, interludi narrativi, voglia di scoprire la storia e la cultura dei propri antenati vanno a formare un connubio irresistibile per chiunque avrà mai l’interesse di esplorare “
La Tavola Osca”.
Una ricerca storica e musicale a dir poco notevole e maniacale, con una produzione riuscita che sa valorizzare tutto quanto viene proposto, un artwork elegante e dal fare antico disegnato dalla bravissima
Joanna Maeyens che è riuscita a cogliere lo spirito di questa “
Safinim Black Metal Opera”.
Se siete amanti della storia antica, del Black Metal più o meno ortodosso, delle sonorità atmosferiche e popolari unite al Metal estremo e avete curiosità nei confronti di lavori di grande respiro, beh è un acquisto praticamente obbligatorio. E in tutta onestà è difficile trovare qualcuno a cui sconsigliarlo, visto che “
La Tavola Osca” potrebbe farsi amare pure da chi solitamente non apprezza il Black Metal vista la ricchezza di elementi estranei al genere, oltre che per la ricchezza e la profondità delle varie parti melodiche.
Quindi a voi la scelta: continuare a lamentarsi che in Italia non viene dato il giusto spazio al Metal o piuttosto supportare attivamente chi si impegna (e riesce) a proporre lavori di qualità?
Una ricerca storica e musicale a dir poco notevole e maniacale, con una produzione riuscita che sa valorizzare tutto quanto viene proposto, un artwork elegante e dal fare antico disegnato dalla bravissima Joanna Maeyens che è riuscita a cogliere lo spirito di questa “Safinim Black Metal Opera”.
Se siete amanti della storia antica, del Black Metal più o meno ortodosso, delle sonorità atmosferiche e popolari unite al Metal estremo e avete curiosità nei confronti di lavori di grande respiro, beh è un acquisto praticamente obbligatorio. E in tutta onestà è difficile trovare qualcuno a cui sconsigliarlo, visto che “La Tavola Osca” potrebbe farsi amare pure da chi solitamente non apprezza il Black Metal vista la ricchezza di elementi estranei al genere, oltre che per la ricchezza e la profondità delle varie parti melodiche.
Quindi a voi la scelta: continuare a lamentarsi che in Italia non viene dato il giusto spazio al Metal o piuttosto supportare attivamente chi si impegna (e riesce) a proporre lavori di qualità?
Una ricerca storica e musicale a dir poco notevole e maniacale, con una produzione riuscita che sa valorizzare tutto quanto viene proposto, un artwork elegante e dal fare antico disegnato dalla bravissima Joanna Maeyens che è riuscita a cogliere lo spirito di questa “Safinim Black Metal Opera”.
Se siete amanti della storia antica, del Black Metal più o meno ortodosso, delle sonorità atmosferiche e popolari unite al Metal estremo e avete curiosità nei confronti di lavori di grande respiro, beh è un acquisto praticamente obbligatorio. E in tutta onestà è difficile trovare qualcuno a cui sconsigliarlo, visto che “La Tavola Osca” potrebbe farsi amare pure da chi solitamente non apprezza il Black Metal vista la ricchezza di elementi estranei al genere, oltre che per la ricchezza e la profondità delle varie parti melodiche.
Quindi a voi la scelta: continuare a lamentarsi che in Italia non viene dato il giusto spazio al Metal o piuttosto supportare attivamente chi si impegna (e riesce) a proporre lavori di qualità?
*vecchia recensione apparsa durante il 2020 nella defunta webzine Metal Winds.