Copertina 7

Info

Anno di uscita:2021
Durata:48 min.
Etichetta:Pride & Joy Music

Tracklist

  1. BRAVE NEW WORLD
  2. FORGET ME NOT
  3. BLAME IT ON LOVE
  4. SYNCHRONISTIC
  5. MY DISEASE
  6. THE KEY
  7. TITANIUM
  8. STAND YOUR GROUND
  9. STRONGER
  10. WE ARE UNBREAKABLE
  11. OPEN YOUR HEART

Line up

  • Pete Godfrey: vocals
  • Janne Stark; guitar
  • Mikael Rosengren: keyboards
  • Linus Abrahamsson: bass
  • TrumPeter Svensson: drums

Voto medio utenti

Persi di vista dopo l’attraente debutto “Lost and gone”, ritrovo con piacere i Constancia impegnati in un terzo album che vede l’ingresso di Pete Godfrey alla gestione microfonica, ma non muta in sostanza l’approccio artistico della band, votato a un hard melodico tipicamente scandinavo, in cui inoculare sagaci tocchi prog e appena uno zinzino di suggestioni power.
La voce del cantante di Blood Red Saints e In Faith, di cui sono un ammiratore, rappresenta per il sottoscritto il classico “valore aggiunto” della situazione, ma complessivamente mi sento di consigliare “Brave new world” a tutti gli estimatori di TNT, Treat, Glory, Leverage e Royal Hunt, che, sono sicuro, troveranno tra questi solchi materiale adatto ai loro palati musicali.
Nulla di particolarmente “sconvolgente”, sia chiaro, eppure un notevole gusto melodico e un’adeguata varietà espressiva, da aggiungere alla consueta perizia tecnica svedese, rendono il disco un ascolto alquanto gradevole, da “consumare” senza evidenti controindicazioni.
Tra i momenti più efficaci del programma si segnalano “Forget me not”, “Blame it on love”, “Synchronistic” e la contagiosissima “Open your heart”, per poi indirizzare significative note di merito pure a “My disease”, all’intensa “The key” e all’anthemicaWe are unbreakable”, in cui fanno capolino addirittura i Queensryche.
Rilevando in conclusione l’ottimo lavoro di Janne Stark (Merryweather Stark, Overdrive, Locomotive Breath, Grand Design) e Mikael Rosengren (Heartwind, Token, Scudiero) ai rispettivi strumenti, collochiamo i Constancia nele zone medio-alte delle gerarchie melodiche internazionali, tra i nomi magari non ancora del tutto attrezzati per aspirare alle posizioni di vertice e tuttavia non lontanissimi dall’ambizioso obiettivo.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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