“Malignant reality” degli statunitensi
Replicant appartiene alla categoria dei dischi che si amano o si odiano, la band proveniente dal New Jersey è infatti autrice di un death metal che principalmente si fonda le sue radici su due pilastri: le forti dissonanze e il senso di disturbo.
Se questi due elementi vi provocano l’orticaria, molto probabilmente non andrete oltre l’ascolto dell’opener
“Caverns of Insipid Reflection”. Se invece questi concetti vi intrigano. Il consiglio è quello di dedicare una forte attenzione al contenuto di
“Malignant reality” senza concedervi distrazioni di sorta perché c’è la concreta possibilità di perdere il Filo di Arianna che vi condurrà fuori dal labirinto musicale tessuto dalla band (che per inciso è in possesso di una spiccata tecnica di base).
Perché
“Malignant reality” è tutto tranne che un lavoro intuitivo e “easy listening”. E’ contorto, avvolgente, distorto, allucinato, dinamico, atmosferico sempre sul punto di perdersi dietro a fluide elucubrazioni per poi ritornare su se stesso in forma plastica ma sempre all’interno del ventre capiente del Metallo Morto.
Giusto per darvi una idea di ciò che troverete contenuto in
“Malignant reality”, pensate a elementi tratti da
Gorguts, Demilich, Blood Incantation, Deathspell Omega, e mettete nello shaker pure qualcosa riconducibile
Napalm Death più alterati e ossessivi di fine anni 90 (maledetto treno dei pensieri!): agitate per qualche minuto e cercate di capire cosa ne è venuto fuori.
Come ho detto sopra, potrebbe venire voglia di mollare il colpo prima che il lettore finisca il suo percorso ma se riuscirete a completarne l’ascolto avrete dedicato il vostro tempo ad una delle uscite più peculiari del 2021.
A voi la scelta.
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