Copertina 8

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2021
Durata:47 min.
Etichetta:Nuclear Blast

Tracklist

  1. TORN ARTERIES
  2. DANCE OF IXTAB (PSYCHOPOMP & CIRCUMSTANCE MARCH NO.1 IN B)
  3. ELEANOR RIGOR MORTIS
  4. UNDER THE SCALPEL BLADE
  5. THE DEVIL RIDES OUT
  6. FLESH RIPPING TORMENT LIMITED
  7. KELLY'S MEAT EMPORIUM
  8. IN GOD WE TRUST
  9. WAKE UP AND SMELL THE CARCASS / CAVEAT EMPTOR
  10. THE SCYTHE'S REMORSELESS SWING

Line up

  • Jeff Walker: bass, vocals
  • Bill Steer: guitars, vocals
  • Daniel Wilding: drums
  • Tom Draper: guitars

Voto medio utenti

Ed eccomi qui a trattare il tanto atteso nuovo album dei Carcass a ben otto anni dal precedente che ne sancì la reunion.
Questo disco va ascoltato numerose volte perché è meno immediato, ci sono meno melodie ed è più pesante del buon Surgical Steel targato 2013.
C’è da dire che a differenza del discreto assaggino dell’Ep rilasciato ad Ottobre 2020 il nuovo album è un concentrato di metal estremo con idee più concrete e meglio focalizzate.
Basta guardare la copertina per rendersi conto che l’humor della band di Liverpool è rimasto inalterato ed è presente anche nei titoli dei brani e non solo.
Si parte col botto con la sparatissima titletrack; velenoso pezzo che prende il via in maniera sincopata per poi diventare un proiettile death metal.
La voce rasposa di Jeff Walker è una sicurezza come i riff serrati della coppia Steer/ Draper, il tutto condito da interventi in blast beat e con un solo fumante.
Dance of Ixtab (Psychopomp & Circumstance March No.1 in B) “, dal titolo nonsense è un pezzo che avrebbe potuto stare benissimo su “Swansong”.
Il tiro è hard ma riletto nell’ottica estrema e lubrificato a dovere; io sinceramente lo adoro per la costruzione dei riff in odor di blues e per quel solo caldo e potente.
Ma si ritorna a colpire durissimo con “The devil rides out” (che riprende un titolo della casa di produzione cinematografica horror inglese Hammer); brano intenso di puro death metal serrato e senza pietà con sfuriate aggressive e melodie azzeccate nei solos.
Un plauso anche per il bassista e vocalist, la prestazione è potente, aggressiva e comprensibile.
Menzione d’onore va alla lunga “Flesh ripping sonic torment limited”; introduzione acustica quasi progressive, poi ecco il ritmo sincopato del quartetto con un gran bel riff stoppato.
Cavalcata serrata che ti spinge a fare headbanging, il chorus è coinvolgente e nonostante la lunghezza di oltre nove minuti è una giostra che non fa tirare il fiato; le chitarre fanno bella mostra nei solos caldi, melodici e che hanno un feeling intenso.
Wake up and smell the carcass/ Caveat emptor”, ha un ritmo all’inizio ciondolante per poi diventare un up tempo con chitarre compresse dai riff serrati però con aperture melodiche e intrecci acustici.
I solos infuocati rendono alla grande e si sente la bravura del batterista Daniel Wilding che picchia come un fabbro ma sa anche cesellare adeguatamente il tocco.
Abbiamo dovuto aspettare un po' per questo settimo album ma l’attesa è stata ripagata ampiamente, bentornati Carcass!
Recensione a cura di Matteo Mapelli

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