Copertina 8

Info

Past
Anno di uscita:1985
Durata:non disponibile
Etichetta:Virgin

Tracklist

  1. SOMEWHERE IN YOUR HEART
  2. HEAT OF THE NIGHT
  3. WHEN YOU'RE YOUNG
  4. IN HER EYES
  5. I'M GETTING OUT
  6. DON'T WALK AWAY
  7. TIME
  8. LITTLE BY LITTLE
  9. DON'T STOP ME NOW
  10. GET READY BOY
  11. TAKE IT

Line up

  • Van McLain: guitars, lead vocals
  • Gary West: lead vocals, guitars, keyboards
  • Norm Dahlor: bass
  • Steve Thomas:drums
  • Charles Waltz: violin, keyboards, vocals

Voto medio utenti

Se siete dei fans irremovibili di Foreigner, Kansas e Styx il quinto disco degli Shooting Star non può mancare nella vostra bacheca.
Questo ‘Silent Scream’ risulta in più calibrato, anche se il combo non ha mai sbagliato nulla nella loro discografia, distribuita nell’arco di sei album. E’ soprattutto la band di Topeka che suggerisce in confronto diretto con gli Shooting Star.

In primo luogo perché gli album, tranne il secondo ’Hang on for your life’, sono costantemente suggellati e infarciti di tastiere e violini; in seconda istanza perché la stessa discografia è divisa da un periodo più pomposo, la prima parte, ed uno più aor come nel caso dei Kansas di John Elefante. Infine gli Shooting Star sono di Kansas City, ed il motto dello Stato del Kansas è ‘Verso le stelle attraverso le difficoltà’, quindi potrebbe avere un’attinenza con il monicker stesso della band!

Con ‘Summer sun’ si aprono le danze e vi verrà voglia di un bel viaggetto in quel di Sausalito, splendida cittadina da cui si gode la miglior vista sullo skyline di San Francisco, luogo dove il mago Ron Nevison ha prodotto l’album. ‘Somewhere in your heart’ è più aor in senso stretto e potrebbe richiamare il periodo aureo dei Survivor, di cui lo stesso Nevison fu produttore. L’album non conosce cedimenti, è un aor regale con tastiere da sogno, come nel caso di ‘In her eyes’, davvero lontanissima dalla banalizzazione, complici anche breaks chitarristici di grande pregio. ‘I’m getting out’ inaugura il secondo lato e lo stato di grazia continua; chi ama i Kansas di ‘Power’ verrà costantemente sedotto da un sound altrettanto adulto, mentre ‘Time’ è l’hard number del platter con un riff di chitarra che molte bands possono solo udire ma non comporre. ‘Little by little’ è una ballad giocata tra West coast e Journey che li sono di casa; anche se è preferibile la conclusiva ‘Don’t stop me now’, un incrocio tambureggiante tra il pomp degli Spys (li troverete recensiti nelle prossime puntate) e qualcosa dei White Sister dell’omonimo debutto, con un finale chitarristico di arroventato powerhouse.

Fate in modo che questo cristallino platter non rimanga, una volta ancora, il loro urlo nel silenzio, sarebbe delittuoso. Ah! Dimenticavo, sul primo omonimo album dell’80 ascoltatevi ‘Last chance’, massima espressione di pomp/epic hard-rock, per capire che i Dream Theater non sono stati i primi yankee in fatto di ‘progressive’.

Recensione a cura di Fabio Zampolini

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 15 ott 2021 alle 22:20

⭐⭐⭐⭐⭐

Inserito il 15 ott 2021 alle 22:19

⭐⭐⭐⭐⭐

Inserito il 15 ott 2021 alle 22:18

⭐⭐⭐⭐⭐

Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.