Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2007
Durata:72 min.
Etichetta:AFM
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. BESTIAL INVASION
  2. PROFANITY
  3. RELEASE FROM AGONY
  4. MAD BUTCHER
  5. REJECT EMOTIONS
  6. DEATH TRAP
  7. CRACKED BRAIN
  8. LIFE WITHOUT SENSE
  9. TOTAL DESASTER
  10. DEPOSITION (YOUR HEADS WILL ROLL)
  11. INVINCIBLE FORCE
  12. SIGN OF FEAR
  13. TORMENTOR
  14. UNCONSCIOUS RUINS
  15. CURSE THE GODS

Line up

  • Schmier: vocals and bass
  • Mike: guitar
  • Marc: drums

Voto medio utenti

Per festeggiare degnamente i 25 anni di carriera arriva anche per i Destruction il momento di pubblicare un best of. Generalmente non sono molto propenso ad operazioni di questo tipo, ma per fortuna questa volta il trio tedesco ha optato per una scelta coraggiosa e non atta semplicemente a spillare soldi ai poveri fans. La compilation in questione, infatti, oltre a contenere due brani inediti, presenta 13 classici della band completamente ri-registrati in studio per l’occasione, a dimostrazione di voler proporre un prodotto che possa essere appetibile e al tempo stesso possa rendere giustizia a piccoli capolavori del thrash metal che per una serie di motivi all’epoca la band non aveva potuto registrare in maniera ottimale. Certo tra i Destruction di “Sentence of death” e quelli attuali c’è un abisso, sia tecnico che concettuale, e probabilmente i fans di vecchia data rimarranno un attimo spiazzati nell’ascoltare brani mitici come “Mad butcher” o “Reject emotions” in questa nuova veste, anche se in un certo senso un’anticipazione la si era già avuta con il remake di “Total desaster” e “Curse the Gods”, presenti rispettivamente su “All Hell breaks loose” e “The antichrist”. Se da un lato, infatti, il sound ne guadagna nettamente, dall’altro si viene a perdere un po’ di quella magia che è contenuta nelle vecchie e putride versioni, in aprticolare per i brani estratti dal mitico primo EP “Sentence of death”… Di sicuro la differenza più sostanziale è il lavoro svolto da Marc dietro le pelli, dieci volte superiore rispetto ai tentativi incerti e pionieristici del vecchio drummer Tommy, non proprio una cima dello strumento. Ovviamente con una discografia come quella dei Destruction si va sul sicuro nel momento in cui si decide di assemblare un best of, ed è per questo che durante l’ascolto del cd non ci sono cali di tensione particolari, con la selezione che spazia in lungo e in largo attraverso i dischi pre-reunion, e comprende anche “Cracker brain”, nella cui versione originale non è presente Schmier in formazione. Viene completamente ignorato, invece, “The least succesfull human cannonball”, il secondo album senza il gigantesco singer dietro il microfono. Si parte subito in quarta con “Bestial invasion”, forse il remake più riuscito insieme a “Invincibile force”, e poi si dà subito spazio a “Profanity”, il primo dei due inediti. Il brano segue in linea di massima la direzione delle ultime composizioni della band, con riff taglienti e solita cavalcata di doppia cassa e non avrebbe sfigurato se inserito nella tracklist di “The antichrist”. Dopo “Release from agony” è la volta di “Mad butcher” e sinceramente non sono rimasto molto soddisfatto da questa nuova versione, un po’ più ‘spompata’ e meno maligna dell’originale. Stesso discorso per “Total desaster”, inferiore sia all’originale che alla nuova versione di cui parlavo prima, mentre degna di nota è “Reject emotions”, corposa e cristallina al tempo stesso. Dopo un terzetto meno altisonante come “Death trap”, Cracked brain” e “Life without sense” è la volta del secondo inedito, “Deposition (your heads will roll)”, che mi ha convinto un po’ meno rispetto a “Profanity”. Il brano si assesta su un mid tempo roccioso ma non decolla appieno, gli manca quel quid in più che fa partire la tua testa in un furioso headbang, e questo non è perdonabile alla band di Schmier. Il tempo di un altro paio di classiconi come “Tormentor” e “Curse the Gods” e “Thrash anthems” volge al termine. Il processo di svecchiamento ha decisamente giovato alla prima, più definita e coinvolgente, mentre di “Curse the Gods”, come detto in precedenza, avevamo già avuto un’anticipazione sei anni fa su “The antichrist”. Da segnalare che nella versione limitata in digipack sono presenti una bonus track (“Eternal ban”) e un video clip (“Total desaster”), mentre nella versione in doppio LP il running order è in parte differente. A questo punto non resta che aspettare il nuovo cd inedito sperando che il trio ritrovi lo smalto che aveva nel primo periodo della reunion e che negli ultimi due dischi in studio era leggermente scemato, e nel frattempo continuare a goderseli dal vivo, nella loro dimensione ideale, dove riescono, più che in studio, a sprigionare tutta la rabbia e la cattiveria di cui sono capaci.
Recensione a cura di Roberto Alfieri
thrash anthems

pezzi letteralmente rovinati da un sound troppo moderno, potevano risparmiarselo

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