Mentre ascoltate “
She is the night”,
opener del nuovo lavoro degli
Houston, provate a chiudere gli occhi … non vi sembra di vedere materializzarsi le seducenti evoluzioni di
Alex Owens in “
Flashdance”? E se vi sottoponete allo stesso tipo di
test con “
You're still the woman” e “
Hero” non vi ritorna alla mente il favoloso
modus operandi di Foreigner e Survivor, tanto avvolgente, raffinato ed euforizzante?
Difficile, se amate questi suoni, sfuggire a suggestioni di tale natura, e altre ne proverete durante il seguito di “
IV”, ma il pregio degli svedesi, già ostentato nella loro passata discografia, è proprio di saper trattare l’
AOR “classico” (per non dire “classicissimo”) con devozione, passione e disinvoltura, focalizzando la loro ammirazione artistica in canzoni sempre piuttosto emozionanti nonostante le evidenti fonti ispirative.
Così, se “
A lifetime in a moment” e “
Heartbreaker” consentono ai Toto di aggiungersi all’elenco dei prestigiosi numi tutelari e “
Storyteller” rimanda a certe soluzioni espressive care ai Bon Jovi, il tutto appare congeniato con abilità e innata naturalezza, senza incorrere in fastidiosi
déjà entendu.
Merito, come anticipato, di un
songwriting brillante e di qualità esecutive di prim’ordine, con la voce di
Hank Erix che si staglia per sensibilità e dotazioni interpretative degne dei suoi tanti maestri.
Sentirlo, in “
Heart of a warrior”, emergere da vincitore da una tessitura armonica perfetta per
Dave Bickler e
Jimi Jamison fornisce una prova eloquente delle sue capacità e se il brano consente di esprimere un plauso speciale anche per l’elegante impatto delle chitarre pilotate da
Carl Hammar, “
Until the morning comes” restituisce all’astante l’idea nitida di una formazione molto competente e affiatata, attentissima alla cura degli arrangiamenti, evocando nella memoria l’eccellenza dei Boston o un “supergruppo” del calibro degli Asia.
Una qualità palese pure nella melodia solare e accattivante “
I will not give in to despair” e nella pulsante “
Such is love”, per poi sublimarsi assieme alle altre notevoli virtù della
band nell’atto conclusivo “
Into thin air”, uno splendido frammento sonoro che piacerà di sicuro agli estimatori di
Rick Springfield e
Bryan Adams.
Con il “fatale” approdo alla sfarzosa corte della
Frontiers Music, gli
Houston confermano il loro ruolo di spicco nella competitiva scena melodica internazionale, dimostrando di avere i mezzi per far “rivivere” in maniera assai efficace alcuni dei momenti più magici della storia del genere … una celebrazione che a questi livelli di coinvolgimento emotivo merita un’ampia e partecipata adesione.
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