[..."D'Artagnan, D'Artagnan!", fece Athos, posando la mano sulla spalla del moschettiere, "voi non siete equo." (Alexandre Dumas)... ]
E come poter pensare di essere imparziale di fronte a una delle band che più ti stanno a cuore? Per di più nell'occasione la fantasia di
Rock'n Rolf si estende sino a un romanzo cui sono molto legato: "I Tre Moschettieri", al quale di rifanno sia la copertina sia "
Crossing The Blades", già presente sull'omonimo EP uscito sul finire del 2019, qui in una nuova registrazione senza però che se ne rilevino particolari benefici. L'epopea dei duelli tra moschettieri e le guardie del Re, rivive anche nell'opener "
Blood on Blood", ma non si tratta di un concept album, dato che le altre canzoni spaziano lungo il più classico immaginario lirico dei
Running Wild, tra pirati, profezie di Templari e avvenimenti storici, nello specifico la Guerra dei trent'anni, tema affrontato nella conclusiva "
The Iron Times (1618 – 1648)".
Anche musicalmente non ci si schioda da quanto proposto negli anni dalla formazione tedesca, o meglio dal suo leader indiscusso, sempre più alla ricerca di un compromesso tra il classico
Running Wild sound e le sempre più presenti tentazioni Hard Rock.
Tirate le somme, "
Blood On Blood" è un netto passo indietro rispetto al precedente "Rapid Foray", ed è decisamente più prossimo a lavori come "Resilient" e "Shadowmaker".
Infatti, se le già citate "
Blood on Blood" e "
Crossing the Blades" sono quantomeno vivaci con i loro riff scattanti e nell'inconfondibile tocco di
Rock'n'Rolf, e seppur la conclusiva "
The Iron Times (1618 – 1648)" rappresenti, infarcita di tutti quei cliché ormai più che consolidati e direi pure spremuti negli anni dai
Running Wild, l'apice del disco; il resto della scaletta ci lascia più ombre che luci.
Le pulsazioni hardeggianti di
Rock'n'Rolf falliscono miseramente in occasione di una lagnosa e imbarazzante "
One Night, One Day" e di "
Wild & Free", invero anonima e incolore. Non che la poco più vivace, ma ingenua
to the bone, "
Wild, Wild Nights" ottenga poi chissà quali successi, ma perlomeno si lascia ascoltare. Il terzetto "
Wings of Fire", "
Say Your Prayers" e "
Diamonds & Pearls" (la migliore delle tre, grazie ad un bel chorus) scorre via in sottofondo e senza particolari sussulti, e solo "
The Shellback" riesce davvero a catturare l'attenzione con quell'intro e quel bel tiro che rimandano al periodo d'oro del gruppo, e dovrebbe essere, per l'appunto, un prequel a "Black Hand Inn".
Per renderlo più appetibile ai fans del gruppo, "
Blood on Blood" sarà disponibile in svariate versioni, CD Digipak con poster, in doppio vinile (pure in box limitato a 666 copie) e un set con CD+LP e maglietta. Tuttavia resto dell'idea che sarebbe stato più opportuno se si fosse lavorato maggiormente e meglio sulle canzoni ma anche sulla produzione, non particolarmente brillante.
Immagino però che
Rock'n'Rolf sia invece già soddisfatto così... e forse ne ha tutte le ragioni dato che pur a fronte delle mie perplessità, io stesso ho già ordinato la mia copia dell'album.
We are prisoners of our time... e io sono ormai prigioniero e Victim of Rolfs Power !
Metal.it
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