“E allora il primo angelo die’ fiato alla tromba e ne venne grandine e fuoco misto a sangue. E così furono gettati sopra alla terra. E la terza parte della terra fu arsa. E la terza parte degli alberi fu arsa. E fu arsa l’erba verdeggiante” (
Karin nel film
“Il settimo Sigillo”, 1957).
Intrigante: questo è il primo aggettivo che mi viene in mente parlando dell’esordio dei Pachiderma.
Pachiderma di nome, ma pure di fatto quello di questo trio Doom/Stoner con sede a Bari, dedito a sonorità fatte di ritmiche pigre, suoni grassi, distorti e atmosfere fosche.
Il duo basso e batteria si interseca in perfetta simbiosi, in una spirale Stoner/Doom di oltre trentatré minuti (con qualche effetto sonoro e samples audio della versione italiana de
“Il Settimo Sigillo”) che vanno a creare il concept qui presente.
Le atmosfere, beh sono ansiogene e terrorizzanti: questo è stato raggiunto grazie ad un mirabile accompagnamento musicale tetro e minimale sulle continue citazioni audio del capolavoro cinematografico di
Bergman.
Tutto questo, insieme alla scelta coraggiosa di fare un’unica maxi traccia così lunga divisa in quattro parti (
“Intro”,
“Il Diavolo”,
“La Peste” e
“La Morte”), formano un trip musicale mortifero e angosciante.
Complimenti vivissimi a questa giovane realtà del Sud Italia quindi, che con forza ed energia va subito ad avere una sua personalità, senza dover per forza copiare per l’ennesima questo o quel riff di
"Vol. 4", piuttosto che andare a parare sul solito immaginario collettivo fatto di Bong, Ganja o di esoterismo dozzinale.
L’unione di queste due arti meravigliose (cinema e musica) in un disco Stoner/Doom Metal ha ancora un certo margine di crescita, ma al tempo stesso rischia seriamente di portare una ventata d’aria fresca in una scena sempre più arida e stantia: i
Pachiderma in tal senso possono essere paragonati (seppur con tutte le differenze del caso) con quanto i
Calibro 35 fecero qualche anno fa tra la musica Jazz/Funk e il cinema Poliziottesco degli anni ’70.
Occhio alla versione vinile, che quando sarà disponibile sarà la versione da prendere, vista la copertina che graficamente sa rappresentare molto bene l’opera musicale.
Non mi rimane altro da dire, se non che l’
Argonauta Records si dimostra anche in questa occasione un’ottima label per tutti gli appassionati di queste sonorità.
Tra le sorprese di questo sgangherato 2021.
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