Gli
Inhumanity Vortex hanno finalmente raggiunto quell'appuntamento che per anni avevano mancato gli Inhumanity, loro precedente denominazione dai primi passi nel 2008 sino al 2017. Infatti, in quella fase avevano rilasciato solo alcuni Demo, e per il primo album si è dovuto aspettare che
Tomasz Dziekonski li guidasse sino a "
Reverse Engineering".
Per quanto gli
Inhumanity Vortex siano oggi praticamente nelle mani del solo
Dziekonski, per i 24 minuti di questo corposo MCD il chitarrista polacco si è comunque fatto accompagnare da altri quattro musicisti, i connazionali
Lech Fiedorczyk (voce),
Jarek Jefimiuk (basso) e
Michal Franczak (synth), e alla batteria dal francese
Kévin Paradis. Una scelta ha sicuramente ben giovato a "
Reverse Engineering", dove troviamo tre brani recuperati dai precedenti Demo affiancati da altrettanti inediti, all'insegna di un Death Metal violento e aggressivo, ma anche cibernetico e futurista, per quegli effetti ed inserti elettronici un po' alla Fear Factory e Godflesh.
"
Cybermod", opener per la quale hanno realizzato anche un video, è subito brutale e fulminea, il growling di
Lech Fiedorczyk è bestiale e profondo,
Kévin Paradis (dai Benighted) pesta come un indemoniato e solo le chitarre restano un po' defilate, lasciando comunque intendere di essere costantemente in grado di far del male. La componente Death Metal è sicuramente predominante, tra Pestilence, Vader, Gorguts, ma anche Cynic o Nocturnus (e almeno altre cento band), ma anche le pulsazioni spaziali non sono solo messe lì a fare figura.
Infatti, pur non trattandosi di un concept, "
Reverse Engineering" è incentrato su tematiche Science Fiction che trovano la miglior espressione su uno dei pezzi più vecchi, "
The Ongoing Binary". La seguente "
Absorption" si fa invece prendere da tentazioni jazzy pur maltrattate con abbondanti dosi di Death e arricchite da suoni spaziali. Nei suoi vortici musicali la strumentale "
Through the Infinite" prova ad ipnotizzarti e potrebbe addirittura trascinarti via per lasciarti scivolare in un buco nero. Certo, se non mancasse ancora una canzone all'appello, "
Tech Noir", ennesima lotta tra le due anime che popolano "
Reverse Engineering": quella Death e quella Cibernetica.
Gli
Inhumanity Vortex non scherzano e sanno come lasciare il segno. Riescono anche a proporre musica interessante. Saranno però in grado di dargli un seguito nel breve termine?
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