I
King Buffalo tra
“Dead Star”,
“The Burden of Restlessness” e questo
“Acheron” non sono stati esattamente con le mani in mano tra il 2020 ed il 2021.
Il celebre trio Neo Psych dopo
l’apprezzato precedente lavoro, torna nuovamente alla fine di questo 2021 con un quartetto di canzoni, che non fa altro che rimpolpare la loro nutrita discografia (guardate un po’ la lista di
bootleg live offerti gratuitamente dalla band per credere…) e aggiungere altro ottimo materiale, ad una carriera tra le più credibili degli ultimi anni.
In questo 2021 il trio newyorkese ha fatto centro per la seconda volta con questi 40 minuti onirici e quasi sognanti.
Le lunghe e cangianti code strumentali sono tessute dalla sei corde di
Sean McVay messe in maniera molto intelligente in primo piano, chitarrista dotato non solo di un gran gusto per riffs e assoli, ma pure di una voce molto armoniosa e melodica.
Rispetto al resto della scena Stoner/Psych che spesso è stantia e sa tremendamente di già sentito, le deliziose trame chitarristiche di
“Acheron” si arricchiscono pure di momenti cosmici, quasi si volesse trasportare l’ascoltatore tra le vastità della volte celeste in un trip fortemente meditabondo.
Oltre agli assoli smaccatamente Rock e ai riffs taglienti, non mancano gli arpeggi, che insieme alle parti più melodiche e introspettive vanno ad ammiccare al Post Metal più atmosferico in circolazione.
La ritmica dal canto suo sorregge tutto questo ben di Dio con ritmi semplici, ipnotici, a tratti persino placidi:
Dan Reynolds e
Scott Donaldson formano un telaio ritmico irresistibile, quasi “robotico” nella sua reiterata semplicità.
Certe parti potrebbero ricordare i
Pink Floyd più remoti (quelli sbilenchi e sperimentali di
"A Saucerful Of Secrets” per intenderci) e a certo Krautock mantrico (chi si ricorda di
“Tago Mago” dei
Can?).
Quasi stessimo parlando di una versione Progressive dei
Queens of the Stone Age,
“Acheron” è un lavoro da ascoltare più e più volte, in momenti di calma e tranquillità per farsi trasportare dalle varie evoluzioni musicali che i
King Buffalo distribuiscono copiosamente e godersi per bene del Post/Stoner/Psych composto, suonato e registrato dannatamente bene.
Vero, già il precedente
“The Burden of Restlessness” si era fatto ben volere nei mesi precedenti, ma qui il gruppo vola ancora più in alto, alzando ancora di più l’asticella qualitativa.
In tutta onestà, una delle più belle sorprese di questo 2021 musicale che a quanto pare non vuole proprio smettere di sorprenderci.
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