Copertina 8

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2021
Durata:45 min.
Etichetta:Independent

Tracklist

  1. SANTA MIRA
  2. FIERCE ATTITUDE
  3. SEND MY REGARDS
  4. LIGHTNING FROM THE CLEAR SKY
  5. CIRCULAR TALK
  6. MACHINE GUN FIRE
  7. WHERE THE BODIES ARE BURIED
  8. SHOT OF POISON
  9. PISTOLS OF DAWN
  10. ALTAR OF PLEASURE
  11. SABRES OF FLESH AND BLOOD

Line up

  • Mats Sødahl: drums
  • Håvard Herjuan: guitars
  • Trond Jullumstrø: guitars, bass
  • Daniel Rønning: vocals

Voto medio utenti

Lode a Te:
"NEW WAVE OF TRADITIONAL HEAVY METAL”
Tu che, da qualche anno, grazie ad una moltitudine di bands che gradualmente risorgono dalle umide profondità dell’underground musicale, stai ridando linfa vitale ad un genere che, per troppo tempo è stato (prematuramente) dato per morto e sepolto e che invece, soprattutto in questo 2021, tra Silver Talon, Black Soul Horde, Morgul Blade, Iron Fate, Warrior Path e tanti altri ancora, ha dimostrato di essere più vivo e cazzuto che mai!

Al centro di questo particolare contesto si collocano anche i Warzaw, gruppo proveniente da Trondheim, nel nord della Norvegia che, con il loro secondo album, intitolato Black Magic Satellite (fighissimo già dall'artwork), mettono a segno solamente l’ultimo (in ordine rigorosamente cronologico di uscita discografica, visto che il platter ha visto la luce proprio l’ultimo giorno dell’anno!) dei tanti tasselli incastonati durante l’anno appena trascorso, all’interno di questo movimento che sta regalando tante gioie ai nostalgici della gloria che fu nei primi anni ’80 e che, nell’ultimo decennio, (a partire dalla nascita di bands come Enforcer, Portrait, Ambush, Dark Forest e tante altre), sta probabilmente vivendo una seconda e più longeva “Età dell’Oro”.

Ciò che spicca maggiormente in questa seconda fatica discografica della formazione norvegese, autrice già di un discreto esordio con “Werewolves On Wheels”, sempre all’inizio di quest’anno, è l’energia (che talvolta si manifesta come una semplice spinta, in altre circostanze invece, assume le sembianze di un autentico pugno nello stomaco!) sprigionata dalle 11 tracce che compongono l’album. Gran parte del merito è indubbiamente da individuare nelle chitarre sempre taglienti di Trond Jullumstrø (per l’occasione anche bassista) e Håvard Herjaun, protagoniste di arrangiamenti ben curati, tecnicamente elaborati, che strizzano vistosamente l’occhio a melodie accattivanti, andando a ripescare, talvolta dall’accoppiata Maiden/Priest (è il caso della opener Santa Mira o della successiva Fierce Attitude, ma anche della sincopata Lightning From The Clear Sky, della robusta Pistols At Dawn, fino a giungere alla conclusiva e aggressiva Sabres Of Flesh And Blood), altre volte concedendosi delle piacevoli incursioni in territori più squisitamente hard rock, come nel caso di Send My Regards, dal sapore vagamente Whitesnake, o della più lenta, ma altrettanto incisiva, Shot Of Poison, che invece rimanda a qualcosa della carriera solista di Ronnie James Dio, mentre in altre occasioni invece, i Warzaw aggiungono un pizzico di sano power al loro stile, è il caso ad esempio della robusta Machine Gun Fire.
Ad ogni modo, Black Magic Satellite, è proprio un ottimo lavoro a 360 gradi, ben curato in ogni suo minimo dettaglio, a partire dalla produzione. Detto già del lavoro delle chitarre, molto positiva è anche la prova del vocalist Daniel Rønning, dotato di un timbro aggressivo quanto basta per lo stile della band, che viene risaltato particolarmente nelle velenose Circular Talk e Altar Of Pleasure in cui, il singer dimostra tutta la sua versatilità, mentre la batteria di Mats Sødahl si esalta nei pezzi più tirati, come la killer song (dal refrain catchyssimo) Where The Bodies Are Buried ma, comunque, il valore aggiunto di tutte queste composizioni, come già rimarcato, è sempre da ricercare nelle due chitarre, autrici di un lavoro assai variegato, che non concede un attimo di respiro.

In conclusione, i Warzaw con questo bellissimo disco, si rivelano una delle (numerose) bands emergenti (l’ennesima di questo 2021!) più interessanti nel panorama tradiotional-heavy di nuova generazione, grazie ad un lavoro spontaneo e passionale, che preme sempre il piede sull’acceleratore, ma anche molto eterogeneo stilisticamente, dinnanzi al quale è impossibile rimanere passivi. E’ come se Black Magic Satellite rilasciasse gradualmente, durante il suo ascolto, una potentissima e vitale scarica di adrenalina nelle vene dell’ascoltatore, ricaricandolo e preparandolo alle dure prove e alle pressioni a cui l’esistenza lo sottopone quotidianamente.


Recensione a cura di Ettore Familiari

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