Quello che qui vi presento è il parto musicale del polistrumentista brasiliano
Lucas Barbosa, che da più di 10 anni aggiunge piccoli tasselli ad una sua idea multimediale, che sicuramente prenderà altre strade oltre al qui presente cd, ma che per il momento si concretizza nel suo album di esordio, a monicker
Terra, interamente suonato e cantato da lui, eccezion fatta per la batteria.
Dentro questo cd è sorprendente trovare davvero di tutto: l’album si apre con una doppietta di heavy/prog metal, per poi cominciare lentamente ad evolvere dalla traccia n. 3, “
Sign my name”, in cui pian piano vengono introdotti strumenti tipici della cultura carioca, e sonorità più ariose. Man mano che ci si addentra nel cd, infatti, queste influenze, questi piccoli spaccati della vita di Lucas, prenderanno progressivamente il sopravvento, fino a giungere, ad esempio in brani come “
Against the Wind”, la stessa “
Sign My Name”, o la title track, ad incorporare suggestioni folk ed aperture decisamente inaspettate.
Sebbene la base sia (quasi) sempre un heavy metal anche abbastanza complicato e talvolta proggy, Lucas ha in sé una parte cantautoriale che in alcuni momenti diventa preponderante, prendendo il sopravvento e riuscendo, con fortune alterne, a mescolarsi con quel sostrato più pesante e moderno. Il risultato è un album fortemente legato alla terra di origine di Lucas, sicuramente inusuale nel suo incedere, ma che richiede la giusta apertura mentale per essere apprezzato. Piccola nota a parte per la voce del nostro mastermind, che tanto mi ricorda quella di Billy Corgan degli Smashing Pumpkins, quindi provate ad immaginare QUEL tipo di voce nel contesto di cu vi ho parlato. Disco decisamente interessante, nondimeno.
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