Alla fine del 2021
David Minasian è voluto tornare dopo la pubblicazioni di due singoli digitali con un nuovo album, che non è esattamente un nuovo album in studio, bensì una raccolta di pezzi dei precedenti lavori, ma mixati in maniera differente e con delle ospitate davvero prestigiose, parliamo di musicisti del calibro di:
Justin Hayward (
The Moody Blues),
Steve Hackett (
Genesis),
Andrew Latimer (
Camel),
Annie Haslam (
Renaissance) e
Billy Sherwood (
Yes).
Però onestamente non bastano nomi così prestigiosi a risollevare una pubblicazione che seppur non sia definibile "brutta" in senso stretto (seppur abbia delle grosse ingenuità, soprattutto se si parla di Progressive), di sicuro è inutile.
I musicisti (tra cui si distingue quel chitarrista meraviglioso che è
Latimer, troppo spesso poco citato) fanno bene il loro lavoro, con assoli e parti strumentali davvero di pregio, ma oltre a questo vi è una linea troppo omogenea tra le varie canzoni.
Spesso i tappetti di tastiera sono ripetitivi e le atmosfere finiscono con il somigliarsi tutte e a ciò non aiuta la voce incolore del polistrumentista
David Minasian.
Certo Neo Prog più tenue e melodico, con i
Camel o gli ultimi
Pink Floyd (quelli più New Age del buon
"The Division Bell" e Ambient del pessimo
"The Endless River") possono essere tra le prime cose che saltano alla mente dell'ascoltatore durante le note di questa raccolta di Remix vari. Lo stile etereo e sognante così si fa pure troppo fluido, per un lavoro che purtroppo durerà poco nel tempo e farà fatica a catturare l'attenzione degli esigenti amanti del Progressive Rock.
Concludo la recensione scrivendo ad onor di cronaca che la versione vinile rispetto a quella digitale si trova mozzata di una canzone (
"Twin Flames At Twilight"), oltre a presentare sforbiciate più o meno evidenti nelle altre canzoni presenti.
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