Il quarto album dei polacchi
Misanthropic Rage è sorprendente, e non per quella, fastidiosa, etichetta di "Avantgarde" che la casa discografica gli ha appiccicato addosso, a mio modo di vedere, in maniera del tutto aleatoria.
"Hallucinatory Phenomena" è un lavoro sorprendente perché, considerata la discografia e l'esperienza finora maturata dal duo, non mi sarei mai aspettato una collezione di brani come questa, una collezione, cioè, dove i nostri fanno un po' di tutto riuscendo a tenere uniti elementi come furia, melodia,
ritualismo, accenni psichedelici e misantropia in un unico vortice, virtuoso, di note che ti stringono forte fino a soffocarti.
Il nuovo album guarda in tante direzioni differenti: death, black, post thrash, doom, ma resta fortemente omogeneo e, soprattutto, ispirato nella sua cieca rabbia che, ad una analisi attenta, rappresenta il suo elemento distintivo e ciò che più ci colpisce di una musica, comunque, variegata.
Questa enorme, ribollente, folle e incontrollabile rabbia marca a fuoco ogni istante, ogni passaggio, ogni vocals (davvero ampio il range espressivo del singer), e persino quando i
Misanthropic Rage si lanciano in, inaspettate, aperture melodiche (di grande spessore), essa resta sempre li in agguato, famelica, pronta ad esplodere al successivo accordo andando a dipingere una atmosfera post apocalittica dal sapore, come ricordavo più in alto, fortemente ritualistico e dai contorni "futuristici".
Questo non è, a mio avviso, un album semplice ne immediato, e di conseguenza ha bisogno di molti, ed attenti, ascolti per essere apprezzato: tuttavia, se gli si desse il tempo di "maturare" dentro di noi, capiremmo di essere al cospetto di un'opera brutale, magnifica, atmosferica, barbara che, ne sono sicuro, saprà deliziare i palati dei cultori dell'estremo in musica.
L'estremo quello "serio", ovviamente.
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