Primal Fear - Primal Fear Deluxe Edition

Copertina 7

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2022
Durata:51 min.
Etichetta:Atomic Fire Records

Tracklist

  1. PRIMAL FEAR
  2. CHAINBREAKER
  3. SILVER AND GOLD
  4. PROMISED LAND
  5. FORMULA ONE
  6. DOLLARS
  7. NINE LIVES
  8. TEARS OF RAGE
  9. SPEED KING (DEEP PURPLE COVER)
  10. BATTALIONS OF HATE
  11. RUNNING IN THE DUST
  12. THUNDERDOME
  13. BREAKER (ACCEPT COVER)
  14. CHAINBREAKER (LIVE)
  15. RUNNING IN THE DUST (LIVE)

Line up

  • Ralf Scheepers: vocals
  • Matt Sinner: bass
  • Tom Naumann: guitars
  • Klaus Sperling: drums

Voto medio utenti

Nuova edizione deluxe per il debutto dei Primal Fear da parte della nuova label dei teutonici.
Rispetto all’uscita originaria del 1998 pubblicata dalla Nuclear Blast, l’etichetta lo ha ristampato in un’edizione mediabook lussuosa con tre bonus track e in vinile.
Ma veniamo al dunque e spieghiamo per bene per chi al tempo non era nato chi sono questi tedesconi; la formazione nasce per frustrazione del leader ed ex cantante dei Gamma Ray, Ralf Scheepers perché venne scartato al tempo durante le auduzioni che fecero i britannici Judas Priest per sostituire l’allora fuoriuscito Rob Halford, purtroppo venne preso lo sconosciuto Tim Owens, cantante di una cover band dei Priest ed il resto è storia.
Difatti questo esordio è quanto di più vicino alla band amata dal frontman teutonico; basta vedere la copertina che richiama la famosa aquila di “Screaming For Vengeance” del 1982; i brani sono un bel mix di heavy metal aggressivo e power condite dalle vocals altissime del nostro.
Basta ascoltare la potente “Chain breaker”, oppure la serrata “Formula one”, l’influenza priestiana è difatti tangibile, forse fin troppo ma bisogna capirne le motivazioni all’origine, ma ha anche pezzi di pregio dove salta fuori un’enfasi drammatica come in “Tears of rage” dove le orchestrazioni donano pathos a questo mid tempo.
Come bonus qui si trovano la cover della acceptiana “Breaker” e due estratti live, bhè chi se lo fosse perso al tempo ora può fare sua questa bella edizione.
Recensione a cura di Matteo Mapelli

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