Copertina 7

Info

Anno di uscita:2021
Durata:non disponibile
Etichetta:Scarlet Records

Tracklist

  1. FORSAKEN
  2. COUNT TO ZERO
  3. BRAVE ENOUGH
  4. SHADOW OF MY LOVE
  5. MISS BEHAVE
  6. DUST OF ANGELS
  7. SUNSET STRIP
  8. DO YOU BELIEVE
  9. IN THE ABSENCE OF LIGHT
  10. FREAK LIKE ME
  11. BACK AGAINST THE WALL
  12. INTO THE FLAMES

Line up

  • Jonas Månsson: vocals, guitar
  • Katja Rasila: keyboards
  • Henrik Zetterlund: drums
  • David Gustafsson: bass

Voto medio utenti

Non ho ancora capito se quello dei Sole Syndicate è un intendimento “premeditato” di attrarre il consenso del maggior numero possibile di rockofili o se si tratta semplicemente del tentativo di far convivere le loro numerose passioni musicali, ma di certo è evidente che, da bravi svedesi, la loro capacità tecnico/interpretativa è superiore alla media.
Dall’altro lato, la fruizione di “Into the flames”, così ricco di diverse suggestioni stilistiche, finisce per rischiare l’effetto playlist di genere, nello specifico pilotata da un algoritmo non particolarmente scrupoloso negli accostamenti.
Insomma, questo miscuglio tra hard-rock, prog-metal, alternative e AOR finisce per disorientare un po’ l’astante, sebbene sia necessario rilevare una certa costante abilità dei nostri nelle costruzioni melodiche.
Un sound che tuttavia complessivamente addenta ma non azzanna e tenta di mettere d’accordo gli estimatori di Stratovarius ed Evergrey (“Forsaken”), quelli di Led Zeppelin e Rainbow (“In the absence of light”) e pure i seguaci della “malinconia radiofonica” (“Count to zero”, “Shadow of my love”, caratterizzata da un ottimo refain e la poppettosaFreak like me”) finendo probabilmente per lasciare perplesse un po’ tutte le diverse fazioni di appassionati.
Altrove sono le sfumature classy prendere il sopravvento (“Dust of angels”, “Sunset Strip”), ricordandosi al contempo di quanto Alter Bridge & C. (“Brave enough” e la mia personale best in class dell’opera “Do you believe”, in cui affiorano Soundgarden e addirittura qualcosa dei Jane’s Addiction) siano apprezzati dall’odierno popolo del Rock, riservando poi un occhio di riguardo anche ai metallari più tradizionali (“Miss behave”).
Un paio di filler, non particolarmente molesti (la poderosa “Back against the wall” e la lunga e un po’ inconcludente title-track dell’albo) completano un disco di hard-rock variegato e dal piacevole tocco “moderno”, suonato e interpretato in maniera impeccabile, che si ascolta con piacere senza però scacciare l’impressione che il futuro artistico dei Sole Syndicate debba passare attraverso una chiave sonora maggiormente coesa e coerente, sublimando al contempo quell’incisività compositiva già piuttosto spiccata.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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