Copertina 5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2022
Durata:53 min.
Etichetta:Frontiers Records

Tracklist

  1. ARMY OF DREAMERS
  2. SO QUIET HERE
  3. OUT OF NOWHERE
  4. A MILLION SKIES
  5. CARVED INTO STONE
  6. ALL ALONE
  7. LOOK AT ME
  8. UNTIL IT'S OVER
  9. I AM GONE
  10. ARE WE REALLY STRANGERS
  11. NEVER TOO LATE

Line up

  • Anders Köllerfors: drums
  • Magnus Karlsson: guitars, bass, keyboards, songwriting
  • Russell Allen: vocals
  • Anette Olzon: vocals

Voto medio utenti

Cosa succede se metti insieme la Blaze Bayley dei Nightwish e il miglior cantante dell'universo? ASSOLUTAMENTE NIENTE.

Secondo capitolo targato Frontiers a nome Allen/Olzon, che rivede in pedana Mr. Russell Allen (Sympony X, Adrenaline Mob, la testa di Sbranf 24 ore al giorno) e Anette Olzon (The Dark Element, ex-Nightwish), accompagnati dal vero mastermind dietro il progetto, Magnus Karlsson, che ancora una volta si è occupato di scrivere tutto e suonare quasi tutto, e dal carro armato Anders Köllerfors dietro le pelli.

Come McDonald's comanda, quindi, il piatto è super gustoso, appetitoso, golosissimo ma privo di qualsiasi principio nutritivo, e alla lunga dannoso per il nostro organismo: al netto della ottima prova di tutti gli elementi coinvolti, qui c'è un sottovuoto spinto che fa paura. Le canzoni sono sterili, innocue e dalle linee vocali a dir poco dimenticabili; fatta salva l'esecuzione tecnica, gli arrangiamenti sono decisamente sbilanciati (immaginate di ascoltare un brano tipo 'Carrie' degli Europe con delle sestine di doppia cassa sotto! Parossistico); e, al di là della infelice battuta iniziale, mi si consenta di rendere il giusto tributo ad una Anette Olzon che invece è più del 60% della quota vocale di questo disco, e che il suo lavoro se lo porta a casa per bene, con la classe e la competenza che le appartengono da sempre. Di Russell, di solito, evito di parlare perché sarebbe come spiegare la sabbia ai Tuareg, ma purtroppo mi tocca ribadire che, per quanto sia tutto oro quello che canta, stavolta ha delle vocals davvero brutte, che per carità esegue con la solita perizia immensa, ma che non possono essere salvate nemmeno da un mostro come lui. Da par suo, Karlsson fa il suo dovere come la fabbrica ha richiesto, e impacchetta questo lotto di canzoni ritornellose e zuccherose all'inverosimile; la perizia dello svedese a praticamente ogni strumento non è in discussione, ma è quasi inevitabile, impacchettando panin... ehm canzoni una dietro l'altra, che la penna ti si raffreddi, che inizi ad accontentarti, ma che, finché alla ditta va bene così, perché fare fatica in più? Questo, ahinoi, è quello che è successo anche in questo secondo capitolo del sodalizio Allen/Olzon, quindi non aspettatevi le mirabilie che tanti miei colleghi 'illuminati' stanno sparando in giro. Anche a me piace gustarmi un Big Mac, una volta ogni tanto; ma so già che mezz'ora dopo avrò un po' di mal di panza e dovrò lavarmi i denti 30 volte per togliere quel saporaccio dala bocca. I'm NOT lovin' it.




Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

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