Docker's Guild - The Mystic Technocracy (Season II: The Age Of Entropy)

Copertina 8,5

Info

Anno di uscita:2022
Durata:75 min.
Etichetta:Elevate Records

Tracklist

  1. TERMINUS
  2. K475 W.A.M.
  3. NOCTURNE
  4. RINGS
  5. LUCY
  6. DIE TODAY
  7. MACHINE MESSIAH
  8. LE CHEMIN
  9. ATLANTIS TOWN
  10. THE ARROW
  11. CRUSADES
  12. THE KING IN PURPLE
  13. CASSILDA'S SONG
  14. URBS AETERNA
  15. PORNOCRACY (SAECULUM OBSCURUM)
  16. THE HEAD
  17. S.O.S. SPAZIO 1999 (BONUS TRACK)

Line up

  • Douglas R. Docker: keyboards, string bass, lead vocals, backing vocals, extreme vocals, spoken words
  • Helly: drums (1,2,5-11,13-17)
  • Anna Portalupi: bass (17)
  • Luca Pisu: bass (1,2,7,11)
  • Roby Salvai: bass (8,9,13-16)
  • Giorgio Novarino: bass (17)
  • Joel Hoekstra: guitar solo 4 (2), guitars (13-16)
  • Sascha Paeth: guitars (5,10)
  • Nita Strauss: guitars (17)
  • Mio Jäger: guitars (1,2,6,11)
  • Toni Urzì: 12 string guitar (4,17), guitars (7-9)
  • Luigi Iamundo: guitars (17)
  • Anneke Van Giersbergen: lead vocals (13,14,16)
  • Amanda Somerville: lead vocals (14-16)
  • Elizabeth Andrews: extreme vocals (13,14,16)
  • Valentina Procopio: lead vocals (6,10,16), backing vocals (8,17)
  • Anna Petracca: lead vocals (7,10,12,16), backing vocals (7)
  • Serena Moine: operatic vocals (2,10,12,16)

Voto medio utenti

Ci sono voluti dieci anni per poter ascoltare il secondo capitolo della saga ideata dall’instancabile Douglas R. Docker: ne è valsa la pena? Sicuramente sì.

Mettendo per un attimo da parte il gustoso “The Heisenberg Diaries” - uno dei quattro album “intermedi” previsti tra i cinque capitoli principali (per un totale di nove uscite complessive) - questo nuovo lavoro suona sicuramente più oscuro rispetto al suo predecessore, e segna la nascita del Black Swan Universe, progetto crossover che tiene unite più opere metal tra cui The Chronomaster Project e Vivaldi Metal Project.

Abbondano i riferimenti classici (piò o meno evidenti, come nel caso della mozartiana “K475 W.A.M.”, con quel pizzico di atmosfere alla Goblin che non guastano mai), così come gli episodi più propriamente rockoperistici (“Lucy”, “The Arrow”), a cavallo tra Erik Norlander e Shadow Gallery.

Gli arrangiamenti sono sempre una goduria per le orecchie (“Le Chemin”, in francese, “The Arrow”, “Pornocracy”) e valorizzano i vari guest, dall’immancabile Amanda Somerville all’iconica Anneke Van Giersbergen.

La cover “seria” scelta per questo full-length è la splendida “Machine Messiah” degli Yes, mentre il divertissement è la conclusiva “S.O.S. Spazio 1999”, riuscita rielaborazione del singolo degli Oliver Onions.

Complimenti a Douglas per la pazienza, la perseveranza e il risultato finale.

Recensione a cura di Gabriele Marangoni

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