Mi ha stupito questo quarto album dei canadesi, devo dire che la band è stata una sorpresa per me, perché il duo offre un proto metal di quelli ben eseguiti che affondano le proprie radici nella fine degli anni settanta ed inizio ottanta.
Come avete letto, ho messo volutamente il suffisso proto, perché non è puramente heavy metal quello proposto dal duo ma quella gradevole mistura che nacque a cavallo delle due epoche fatta di grinta e melodia e che ispirò molte formazioni a venire.
Non si tratta di un disco “happy”, anzi di contro il titolo scelto per questa nuova uscita aiuta ad inquadrare il succo proposto, perché il mood è cupo, volutamente drammatico, basta sentire la seconda traccia “
Ultraviolet” che ha un ritornello cantabile ma non proprio aperto.
Un riff che mi ha colpito è quello della seguente “
Hades embrace”, le tastiere unite con le chitarre dipingono un quadro minaccioso che la canzone inquadra alla perfezione con un bel solo peraltro.
“
Sarcophagus” ha un riff metallizzato bello potente con una voce intensa e che fa trasparire un pathos oscuro, ci si sente qualcosa dei
Blue Oyster Cult per certi versi.
Il mid tempo “
Watcher of the seas” ha un bel piglio melodico con armonizzazioni e un taglio metallico nei riff di chitarra.
Anche le vocals acute ma non troppo che duettano con cori femminili entrano in testa e il basso pur essenziale è corposo, l’unica pecca è che avrei voluto il suono della batteria più caldo.
Buon disco, bravissima la band che offre una proposta lontana da certi standard ma interessante, dategli un ascolto.
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