"
Crashdive" è uscito solo qualche mese fa come autoproduzione, ed ora i
Tailgunner, grazie al supporto della
Fireflash Records (sussidiaria della
Atomic Fire), cercano maggior visibilità, beh... non troppa visto che ne sarà stampata, come CD digipack, una Limited Edition di sole 500 copie, ma ad ogni modo meritata.
Infatti, fa sempre piacere trovare del buon Heavy Metal giungere finalmente dall'Inghilterra, visto che questa incombenza sembrava ormai essere relegata al Canada o alla Svezia, con quest'ultima nazione che comunque lo zampino ce lo ha messo ugualmente, visto che a produrre il tutto è arrivato Olof Wikström dagli Enforcer.
I
Tailgunner, sono una formazione giovane, nata solo nel 2018 per volontà del bassista
Thomas Hewson, un cammino che si è incrociato con quello degli ormai disciolti Midnight Prophecy, dato che l'ottimo
Craig Cairns (anche negli Induction),
Sam Caldwell e
Zach Salvini avevano preso parte al loro primo e unico album del 2018, andando poi a completare l'attuale line-up con l'aggiunta di
Patrick Van Der Völlering.
A dispetto del moniker adottato dal quintetto inglese, il brano con cui si presentano di Maiden ha solo il giro di chitarra che apre e chiude "
Shadows of War", e nel mezzo troviamo del buon Heavy Metal diretto e vecchio stile, ed è così la successiva "
Guns for Hire" a richiamare maggiormente Steve Harris e soci, con
Cairns che assume anche sfumature dickinsoniane.
Il passo spedito e aggressivo di "
White Death" sembra poi guardare con attenzione ad altri loro connazionali, come Grim Reaper, Blitzkrieg e soprattutto ai Chateaux, con il guitarwork della coppia
Salvini/Van Der Völlering che mi davvero ricordato l'approccio di Tim Broughton.
Sempre da queste parti, ma con l'aggiunta di qualche influenza Power Metal, si muovono le conclusive "
Revolution Scream" e "
Crashdive", quest'ultima ispirata ad un vecchio film di guerra, "U-Boot 96" (all'inizio si sente anche il segnale per l'immersione), con quel pizzico di melodia garantito dall'ugola di un
Cairns che non va mai in affanno, confermandosi cantante dalle grandi prospettive, e con i quattro musicisti che offrono, soprattutto nella parte centrale della titletrack, una invidiabile prova d'assieme
Permettetemi un unico, piccolo appunto: si poteva fare qualcosa di meglio a livello grafico, aspetto per il quale dovranno fare molto molto di meglio in occasione del full length d'esordio. Non mi aspetto invece brutte soprese sul piano musicale, infatti, i
Tailgunner hanno saputo reincarnare al meglio la N.W.O.B.H.M., e chi potrebbe farlo meglio di loro che sono nati proprio nella sua terra d'origine?
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